OMICIDI SUL LAVORO

Trieste -

LACRIME  di  COCCODRILLO

Sette morti nell’acciaieria Tyssenkrupp di Torino, altri cinque in varie parti d’Italia. La strage senza fine continua, colpisce dal sud al nord del Paese, senza differenza di settore lavorativo: dalla fabbrica al cantiere edile, la morte colpisce sempre lavoratori.

            Mentre i sacerdoti della politica celebrano la moratoria sulla pena di morte, giunge la notizia degli altri cinque omicidi sul lavoro. Un paradosso.

            Come gli oltre 100 omicidi sul lavoro al mese, tutti i mesi, tutti gli anni. Si verificano in un Paese alla cui presidenza di entrambi i rami del Parlamento siedono due ex sindacalisti: Marini già segretario CISL e Bertinotti già della CGIL.

            Sembrerebbe incredibile in un Paese che annovera tra i suoi ministri un ex dirigente sindacale di livello nazionale: Damiano, già della CGIL, oggi Ministro del lavoro.

            E poi… poi ci sono CGIL, CILS e UIL. Con un mimetismo impressionante, passano dal ruolo sindacale a quello di controparte dei lavoratori.

            Piangono lacrime da coccodrillo. A luglio ’07 CGIL, CISL e UIL firmano un accordo con il Governo che impone assurdi limiti a chi fa lavori usuranti: potranno andare in pensione solo i primi 5000 lavoratori durante l’anno oppure, ed è lo stesso, finché basteranno i 252 milioni di euro all’anno stanziati dal governo (guarda caso corrispondenti a 5.000 lavoratori all’anno - pag. 9 dell’accordo).

Sullo straordinario quello stesso accordo voluto da CGIL, CISL e UIL abolisce la contribuzione aggiuntiva fino ad oggi prevista. In pratica, lo straordinario diventa ancor più vantaggioso di quanto già non lo fosse. Serve poco recriminare sui lavoratori che lavorano 12\16 ore al giorno. Sarebbe servito di più chiedere consistenti aumenti di paga base sul contratto nazionale per tutti! (Cosa che non fanno perché nel luglio del 1993 hanno firmato un altro accordo che blocca anche questa iniziativa…).

Per non sbagliare, sempre loro, pensan bene di peggiorare la già pessima riforma Maroni del 2004, accettando di aumentare ancora l’età pensionabile: dalla fabbrica alla bara.

            Dov’erano questi difensori dei lavoratori quando l’Unione europea prima e l’Italia poi, approvavano un decreto (numero 66 del 2003) che introduce il concetto di <limite orario di lavoro medio> settimanale? Grazie a norme come queste ed agli accordi pro tempore voluti da CGIL, CISL e UIL, oggi in Italia si possono superare le 8 ore di lavoro al giorno!

Facciamo esercizio di memoria.

Chiediamoci quali sono state le premesse di queste vite spezzate.

NON  DELEGHIAMO  la  nostra  VITA!