SALERNO: RdB E STUDENTI A BRACCETTO CONTRO IL MINISTRO

Salerno -

RdB e studenti a braccetto contro il ministro
«No a qualsiasi forma di privatizzazione»
Il sindacato d'ateneo a braccetto con gli studenti. Si allarga il fronte del dissenso e lo fa attraverso l'RdB del campus di Fisciano.

Salerno - «Le RdB dell'Università di Salerno salutano con entusiasmo ed esprimono la propria solidarietà e vicinanza agli studenti, ricercatori, precari e docenti che continuano la protesta contro ogni ipotesi di taglio e privatizzazione dell'Università. Nelle dichiarazioni del Rettore cogliamo lo spirito veramente rivoluzionario di chi ammonisce che : "tutte le proteste saranno inutili […] senza una politica nuova […] per un diverso reclutamento del personale […] per una valutazione della didattica e della ricerca […] e senza una modifica della governance […] Dal basso nasce una protesta che deve dare forza alle richieste istituzionali delle risorse necessarie alla sopravvivenza ma, deve riuscire a non farsi strumentalizzare da chi negli ultimi 20 anni con l'autonomia, il dialogo e la concertazione ha prodotto: dequalificazione e gerarchia verticale del sapere, processi devastanti di esternalizzazione, di precarizzazione e di consegna ai privati delle parti profittevoli dell'Università e di tutta la Pubblica Amministrazione». Per l'RdB «la soluzione non può che passare per un progetto/manifesto di rilancio dell'Università pubblica, rigettando fin da ora ogni altra ipotesi di ulteriore privatizzazione, chiedendo l'abrogazione della legge 133 ma senza lasciarsi sedurre da scaltri "pifferai magici" che dicono di avversare il Governo ma nei fatti propongono e perseguono le stesse ricette». «Gli studenti, ricercatori, precari e docenti che oggi esprimono questa analisi e questa prospettiva - prosegue -sono parte essenziale del movimento espresso dalle lotte degli stessi lavoratori universitari e dei lavoratori dipendenti pubblici e privati che hanno scioperato e manifestato il 17 ottobre a Roma. L'ansia di cambiamento è forte e la mobilitazione nazionale sta crescendo: più forte e determinante quindi sarà la responsabilità dell'intervento degli "intellettuali " e delle organizzazioni sindacali e politiche che si candidano a rappresentare la "base sociale" del nostro paese oggi e nell'immediato futuro affinché le "eccellenze" non siano più l'eccezione di una corrotta e devastante realtà accademica ma, la regola fondamentale di un'Italia che riconquisti il suo primato nel mondo».

24 ottobre 2008 - Caserta news

Rdb esprimono vicinanza a precari scuola e ricercatori

Salerno – Le RdB dell'Università di Salerno salutano con entusiasmo ed esprimono la propria solidarietà e vicinanza agli studenti, ricercatori, precari e docenti che continuano la protesta contro ogni ipotesi di taglio e privatizzazione dell'Università. Nelle dichiarazioni del Rettore cogliamo lo spirito veramente rivoluzionario di chi ammonisce che : "tutte le proteste saranno inutili […] senza una politica nuova […] per un diverso reclutamento del personale […] per una valutazione della didattica e della ricerca […] e senza una modifica della governance […] Dal basso nasce una protesta che deve dare forza alle richieste istituzionali delle risorse necessarie alla sopravvivenza ma, deve riuscire a non farsi strumentalizzare da chi negli ultimi 20 anni con l'autonomia, il dialogo e la concertazione ha prodotto: dequalificazione e gerarchia verticale del sapere, processi devastanti di esternalizzazione, di precarizzazione e di consegna ai privati delle parti profittevoli dell'Università e di tutta la Pubblica Amministrazione. La soluzione non può che passare per un progetto/manifesto di rilancio dell'Università pubblica, rigettando fin da ora ogni altra ipotesi di ulteriore privatizzazione, chiedendo l'abrogazione della legge 133 ma senza lasciarsi sedurre da scaltri "pifferai magici" che dicono di avversare il Governo ma nei fatti propongono e perseguono le stesse ricette. Gli studenti, ricercatori, precari e docenti che oggi esprimono questa analisi e questa prospettiva sono parte essenziale del movimento espresso dalle lotte degli stessi lavoratori universitari e dei lavoratori dipendenti pubblici e privati che hanno scioperato e manifestato il 17 ottobre a Roma. L'ansia di cambiamento è forte e la mobilitazione nazionale sta crescendo: più forte e determinante quindi sarà la responsabilità dell'intervento degli "intellettuali " e delle organizzazioni sindacali e politiche che si candidano a rappresentare la "base sociale" del nostro paese oggi e nell'immediato futuro affinché le "eccellenze" non siano più l'eccezione di una corrotta e devastante realtà accademica ma, la regola fondamentale di un'Italia che riconquisti il suo primato nel mondo. "

21 ottobre 2008 - La Città di Salerno

Universitá, sit-in contro la Gelmini
Scarsa partecipazione alla protesta di ieri. Ora lezioni all’aperto in piazza a Salerno. Una raccolta di firme sará consegnata al rettore Pasquino. Uno dei ricercatori: «Dobbiamo dare» il nostro contributo»
di Marcella Cavaliere

Fisciano - Si sono riuniti ieri in Piazza del Sapere e si incontreranno di nuovo domani, a mezzogiorno, sempre nel campus. Sono gli studenti, i ricercatori, e qualche professore dell’ateneo di Salerno, che hanno promosso un sit-in nel campus. Attendono adesso l’ok dal Comune di Salerno per avere la disponibilitá di una piazza salernitana per fare lezione all’aperto e per promuovere "azioni" di sensibilizzazione in cittá, «contro il ridimensionamento dell’organico e contro i tagli imposti all’universitá». Prima del 14 novembre, giorno della protesta nazionale, si terrá nel campus un’assemblea aperta alle famiglie, ai cittadini, ai sindaci. Iniziative in programma per una protesta universitaria che deve crescere e che ieri ha visto gli studenti impegnati nei corridoi a informare. Non sono stati moltissimi a partecipare al sit-in. «E’ giá tanto. Non sono ottimista se guardo la mobilitazione del nostro ateneo rispetto ai movimenti di Milano, Roma, Napoli, ma dobbiamo contribuire», ha dichiarato Jonathan Pratschke, ricercatore presso l’ateneo. Tra gruppetti di studenti interessati ad ascoltare gli interventi (qualche striscione o manifesto affisso), Adalgiso Amendola, professore a Giurisprudenza, ha lanciato un messaggio ai giovani: «La legge va bloccata perchè riduce le universitá a logiche privatistiche, dunque, aziendali mentre l’ateneo va difeso per diventare di nuovo e meglio condivisione di saperi». Diego Barletta, ricercatore a Salerno, ha chiarito contro cosa l’ateneo si mobilita. «Protestiamo contro il ministro dell’Istruzione Gelmini che cancella le Siis, le Scuole di specializzazione, poi contro la finanziaria del ministro Tremonti, che taglia i fondi alla ricerca e, tra gli altri punti, avvia le universitá verso la privatizzazione, e contro il ministro della Funzione pubblica Brunetta che intende limitare i processi di stabilizzazione dei precari della ricerca». Tutto questo a discapito della qualitá dell’ateneo e degli studenti, che vedranno lievitare le tasse. «L’ateneo è ubicato fuori dal capoluogo, ci sposteremo a Salerno per tenere due lezioni di storia dell’arte, una sulla spettacolarizzazione della politica e una di fisica, e per questo abbiamo chiesto sostegno al consiglio comunale e alla Provincia, ha precisato Pratschke. Continua intanto la raccolta di firme: il documento di condanna contro la legge sará consegnato al rettore. Pietro De Gennaro, del sindacato Rdb, propone «la costituente per una nuova universitá, guidata dai cervelli migliori costretti ad andare all’estero».

20 ottobre 2008 - Agi

UNIVERSITA': DE GENNARO (RDB) ,COSTITUENTE CON DOCENTI E STUDENTI

(AGI) - Roma, 20 ott. - E' per ora una provocazione ma l'intenzione e' renderla concreta e fattibile: la costituente per una nuova universita' che coinvolga il corpo docente, gli studenti e anche il corpo non docente. A lanciarla e' il sindacato di base, Rdb e il suo coordinatore nazionale Pietro De Gennaro parla di "una sfida e una scommessa alte ma possibili: vogliamo una nuova universita' guidata dai cervelli, dai migliori costretti ad andare all'estero". L'idea della 'costituente' e' partita dall'universita' di Salerno e si sta lentamente diffondendo negli altri atenei da dove riceve adesioni inaspettate. "Seguiamo con attenzione il movimento degli studenti - dice De Gennaro - senza commistioni e sovrapposizioni: ognuno segue in autonomia il proprio percorso. Di fatto pero' ci sono diversi punti di contatto tra le Rdb e gli studenti. "Adesso si chiede il blocco dell'anno accademico ed e' una richiesta sacrosanta -osserva De Gennaro - pero' va ricordato che la legge 133 e' stata possibile per l'apertura di credito che la conferenza dei rettori delle universita' italiane ha dato al governo senza che nessuno, tranne noi e gli studenti, si opponesse". Quel che preme alle Rdb e' bloccare "il processo di privatizzazione delle universita' mediante le fondazioni che-precisa De Gennaro- da collettore di capitali stanno diventando punto di snodo per spendere soldi delle universita' senza alcun controllo". E poi "bisogna bloccare l'esodo dei cervelli, dei migliori riportandoli sulle cattedre e quindi all'insegnamento nelle universita' e non all'estero". Terza questione "riguarda i servizi agli studenti: oggi una serie di attivita' strutturali sono affidate a ragazzi part-time o al servizio civile. Bisogna ripristinare un quadro preciso di figure professionali tecnico-amministrative nonche' a garantire il diritto allo studio". L'ondata di proteste nelle universita' italiane insomma "e' una occasione da non perdere -conclude De Gennaro -per trasformare il sistema universitario sapendo bene che nessun cambiamento puo' essere fatto senza il corpo docente e senza una nuova costituente".