STATI GENERALI BICOCCA - PER IL PERSONALE T.A. UN'OCCASIONE MANCATA

Milano -

 

Il giorno 6 novembre è stata indetta da CGIL CISL UIL un’assemblea  alla quale si è preteso di conferire la denominazione di “STATI GENERALI D’ATENEO”.

Una simile convocazione avrebbe dovuto indurre la partecipazione di tutte e tre le componenti dell’Università, ovvero gli studenti, il personale tecnico-amministrativo e i docenti, così come è avvenuto in molti altri atenei italiani.

Nello spirito degli STATI GENERALI di “rivoluzionaria” memoria, l’assemblea avrebbe dovuto costituire l’occasione per un  reciproco riconoscimento dell’importanza dei ruoli rispettivamente ricoperti da ciascuna delle componenti, e pervenire alla valutazione delle iniziative da intraprendere a salvaguardia del nostro ateneo in quanto università pubblica.

L’assemblea del 6 novembre, invece, ha visto la partecipazione massiccia della sola componente tecnico-amministrativa, una non troppo rilevante presenza studentesca e l’assoluta assenza del personale docente, ad eccezione della partecipazione del Rettore, di cui abbiamo apprezzato l’intervento fortemente critico verso le misure governative.

Non sappiamo se questo insuccesso sia dovuto alla scarsa capacità organizzativa di chi ha indetto l’assemblea, o,  peggio, se sia il segnale di una manifesta insensibilità della componente docente, comunque garantita da uno status giuridico che la pone al di sopra delle misure prese dal governo, misure che stanno mettendo in forse il futuro dell’università pubblica italiana.

Lo status economico del personale TA è, invece,  già da ora fortemente penalizzato dalla L. 133 che riduce  sensibilmente il salario accessorio e introduce IMMORALI penalizzazioni di carattere economico sulla malattia  COLPENDO IL DIRITTO ALLA SALUTE garantito dalla Costituzione.

Lo status giuridico del personale TA subirà una sorte anche peggiore, in quanto le privatizzazioni, operate attraverso le fondazioni universitarie, trasformeranno il rapporto di lavoro da pubblico a privato, mettendo in pericolo la conservazione stessa del posto di lavoro.

Nel contesto degli STATI GENERALI, lo “stato del personale TA” avrebbe dovuto emergere, imponendosi per la sua drammaticità alle altre due componenti. La politica delle “larghe intese” e del “fronte comune”, in particolare  con la componente docente si è invece  infranta contro l’indifferenza di quest’ultima.

Analogamente, nello sciopero troppo poco generale del 14 novembre, che, lo ricordiamo, è pagato in larga misura dal personale TA, le rivendicazioni riguardanti il personale stesso sembrano passare in secondo piano.

Dai comunicati sindacali dei promotori, come dalle informazioni dei media, si ha l’idea che i problemi dell’università pubblica siano solo quelli manifestati da docenti e studenti. I problemi del “terzo stato” , amaramente, scompaiono dalle cronache e dalle coscienze.