LA RIFORMA DELL'UNIVERSITA' ? DAI LAVORATORI ALLE BANCHE !

Trieste -

Le riforma dell'università? Dai lavoratori alle banche!

C'è un articolo inserito nel recente disegno di legge di riforma  delle università che, fino ad oggi, è passato  pressoché sotto silenzio. Non è un caso...Si tratta di quanto previsto dall'art. 4, 1° comma: "E' istituito presso il Ministero dell'economia e delle finanze un Fondo speciale per il merito... Il fondo è destinato... a garantire PRESTITI d'ONORE concessi per il finanziamento delle spese "per tasse e contributi universitari, nonché per la copertura delle spese di mantenimento durante gli studi".Cerchiamo di capire:1) Sbattendoci sempre in faccia gli scandali dei corsi fantasma e la duplicazione delle sedi universitarie (Perché, allora, l'ateneo ha impunemente dato il via libera al trasferimento della facoltà di architettura a Gorizia, con solo RdB e gli studenti contrari?), tagliano i trasferimenti pubblici agli atenei;2) Si può facilmente prevedere un progressivo aumento delle tasse universitarie (l'aumento sarà per tutti, non solo per i figli di papà);3) Nello stesso periodo, tagliano le risorse allo Stato sociale: c'è la crisi e bisogna farla finita con la spesa pubblica "improduttiva" (I soliti sindacati applaudono e chiedono più aiuti alle famiglie. Prima firmano di tutto e di più  e poi chiedono aiuti per i licenziati!);4) Ingenti risorse sono indirizzate alle grandi imprese, sponsorizzate dalla Confindustria, e al sistema delle banche (Altrimenti, ci dicono, sono guai peggiori. Certo non per lor signori!);5) Il sistema, però, è alla spasmodica ricerca di polli in batteria da spennare....

I D E A!
Ribaltiamo la scala di valori.
La parola magica é "meritocrazia"
Nel diritto allo studio si declina "PRESTITO d'ONORE", magari da rimborsare in comode rate ventennali (o giù di lì)
Le BANCHE, che quei prestiti daranno, direttamente o indirettamente,
già esultano per l'arrivo dei nuovi polli in batteria!
    LAVORATORI! Il prestito d'onore ci porterà ad indebitarci ancor di più con le banche, pur di far studiare i nostri figli.

     LAVORATORI, NOI LA CRISI NON LA DOBBIAMO PAGARE!