SAPIENZA: SI LAVORA PER VIVERE NON PER MORIRE

Roma -

SI LAVORA PER VIVERE NON PER MORIRE

I Lavoratori della Sapienza esprimono sincero cordoglio e solidarietà ai familiari e agli amici di Bannour Mohammed Ben Mohammed, operaio di 35 anni originario della Tunisia, morto il 22 a mattina, travolto da un muletto mentre lavorava in un cantiere alla Facoltà di Scienze Politiche della Sapienza.

I lavoratori manifestano un’immensa rabbia per l’ennesima morte sul lavoro di un operaio, dipendente di una ditta a cui  sono stati commissionati, in subappalto,  i lavori di ristrutturazione della Facoltà.

Sottolineiamo che il Rettore Prof. Luigi Frati, come prima dichiarazione ai giornalisti intervenuti, ha detto che l’Università non c’entra niente! Ma allora chi è il committente dell’appalto dei lavori nello stabile interessato??

Gli studenti e studentesse, di ritorno dall’incredibile e partecipatissima giornata di protesta del 22, a gran voce hanno chiesto con un corteo interno alla città universitaria le dimissioni di Frati.

Per quanto lui neghi di avere responsabilità, la tragedia è avvenuta all’interno dell’Ateneo:  il committente è tenuto a vigilare sugli appalti e sub-appalti che sempre più vanno a ridurre sulle spese per la sicurezza dei lavoratori.

Un’immensa rabbia perché riportiamo testualmente dalla relazione sugli obbiettivi del Direttore Amministrativo, per il cui raggiungimento viene ulteriormente retribuito:

Obiettivi del quadriennio 1.12.2005 – 30.11.2009:  ”Completamento della sopraelevazione della Facoltà di Giurisprudenza e Scienze Politiche da parte del Ministero delle Infrastrutture dei Trasporti-SIIT per il Lazio che valuterà la realizzabilità dell’intervento”.

Un cantiere che non doveva esistere perché La Sapienza non ha mai redatto, come prevede la legge, il Documento Valutazione Rischi, motivo per cui queste OO.SS. si sono rifiutati di sottoscrivere il Regolamento per la designazione degli RLS. Manca, quindi, la mappatura dei rischi senza la quale non si possono assegnare appalti e tantomeno aprire cantieri. Su quel cantiere specifico, inoltre, c’è una copiosa documentazione di denunce a tutte le Autorità competenti per irregolarità sugli appalti e sulle norme di sicurezza.

Sono passati alcuni giorni dalla morte di Mohammed, ma a passare davanti al cantiere, troverete chiuso. Qualcuno ha prontamente fatto sparire i mazzi di fiori, il caschetto giallo ed ha ricoperto di vernice tutte le scritte di denuncia fatte dagli studenti, di ritorno dal corteo, sui bandoni di legno del cantiere. E’ una vergogna!!!

I Lavoratori e Studenti della “Sapienza” si impegnano affinché questa ennesima morte non rimanga impunita, che la morte di Mohammed non cada subito nel dimenticatoio e che vengano accertate e sanzionate le responsabilità di chi doveva proteggerlo attivando tutte le misure di sicurezza previste dalla normativa e “per qualche dollaro in più” probabilmente non l’ha fatto.

 

INVITIAMO TUTTI A PARTECIPARE ALL’INIZIATIVA

“PER RICORDARE L’ENNESIMO MORTO SUL LAVORO”

ORGANIZZATA DAL COMITATO 5 APRILE-SNODO ROMANO

DELLA RETE NAZIONALE SICUREZZA E SALUTE SUL LAVORO.

28 DICEMBRE, ORE 17, PRESSO IL CANTIERE DELLA FACOLTA’ DI SCIENZE POLITICHE DELLA SAPIENZA

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