Università
di Palermo e minaccia di licenziamento
della bibliotecaria-giornalista
Patanè.
Come
è finita. Per ora…
Il procedimento disciplinare alla collega Francesca Patanè –
come si
può
leggere sul numero di “Ateneo Palermitano” attualmente in linea
–, si è
concluso con una sanzione “punitiva” di due giorni di sospensione dal
servizio
e dallo stipendio.
Se il licenziamento ch'era stato anticipato sulla lettera di
contestazione degli
addebiti dunque
non c’è stato, i motivi – come dice la collega Patanè –
sono da
ricercare altrove, non certo nella convinzione dell’Amministrazione di
avere
sbagliato.
Al di là della conferma di stima e rispetto per il lavoro di
informazione che
Francesca Patanè svolge come giornalista pubblicista oltre che come
bibliotecaria universitaria, registriamo il primo successo ottenuto dai
messaggi di
solidarietà – quasi settemila! – giunti da tutta Italia
e anche dall'estero. Un grande ringraziamento
è stato rivolto da parte
di Francesca Patanè a questi settemila colleghi a cui volentieri ci
associamo.
Ancora grazie! Questi messaggi sono infatti la risposta concreta
all’iniziativa promossa da RdB e sostenuta con forza da Bibl'aria, e
sono arrivati al
Rettore
dell’Università di Palermo e alla stessa collega per chiederne la piena
riabilitazione e le scuse formali e scritte a cui, in quanto
incolpevole,
avrebbe avuto pienamente diritto. Un successo di partecipazione
straordinaria
che risulta, purtroppo, ancora parziale. Ma solo per il
momento…
La collega Patanè ha naturalmente rigettato il provvedimento
disciplinare
che, ne siamo certi, è destinato a risolversi a suo pieno favore, anche
nel
caso estremo di ricorso giudiziario.
Tuttavia, pur avendo piena fiducia nell’azione riparatrice
della
Magistratura, non possiamo ritenerci pienamente soddisfatti. La
tracotanza del verdetto "punitivo" avallato dal Rettore Silvestri va
stigmatizzata. E' inaccettabile che una sanzione di bavaglio (qualunque
sia la sua "entità") venga applicata a una collega non per qualche
addebito nell'àmbito del suo servizio ma per avere esercitato come
giornalista il diritto a fornire una informazione corretta e completa.
Ed è ancora più inaccettabile che con tale sanzione si cerchi di
nascondere l'unica e autentica vergogna che mina alla radice
l'onorabilità e il rispetto dell'università italiana: lo scandalo dei
concorsi truccati su cui finalmente la Magistratura sta indagando per
gravissimi reati penali. Con nomi e cognomi di idagati che appartengono
anche al
corpo docente dell'ateneo di Palermo, il quale però non trova di meglio
che "salvaguardarsi" punendo la bibliotecaria-giornalista che ha osato
farne menzione in un articolo.
Poiché riteniamo l’azione dell’Ateneo una prevaricazione
indegna di
un’Amministrazione Pubblica corretta e trasparente, ci facciamo
promotori di
un’azione dimostrativa, un’iniziativa di protesta simbolica, ma di
grande
significato:
inviamo un messaggio alla
collega e
manifestiamole la nostra solidarietà “versandole” (SOLO
VIRTUALMENTE) 1
Euro per contribuire alla reintegrazione dei due giorni di
stipendio
che l’Università di Palermo le ha abusivamente, arbitrariamente e
illegittimamente
sottratto.
UN Euro NOMINALE contro
le prevaricazioni del Rettorato!
(N.B.:
nessun versamento materiale è richiesto, a nessun titolo)
Dimostriamo ancora una volta
a
Francesca
Patanè di non essere sola, e all’Università di Palermo che il nostro
Sindacato
e i bibliotecari-giornalisti di Bibl'aria non intendono abbassare la
guardia!!!
Questo il messaggio, da
inviare
all’indirizzo: francescapat@gmail.com: «– clicca
Io sottoscritto/a ……………………….
verso alla
collega Francesca Patanè 1 Euro per contribuire alla reintegrazione dei
due
giorni di stipendio che l’Università di Palermo le ha abusivamente,
arbitrariamente e illegittimamente sottratto.
Città, Data |
Roma
e
Palermo, 19-06-2006
RdB/CUB
Università
Gruppo Bibl'aria
sito Web
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|