12 MAGGIO: E’ SCIOPERO DEI PRECARI DELL’UNIVERSITA’ E DEGLI ENTI DI RICERCA

È ormai noto che l’Italia investa poco in formazione e ricerca, circa la metà o perfino un terzo rispetto alle altre grandi nazioni d’Europa, come se ciò non avesse alcuna rilevanza sulla crescita e sul futuro del Paese.

Roma -

La riduzione progressiva del finanziamento pubblico obbliga gli Atenei a cercare finanziamenti privati ponendo la Ricerca al servizio dello sviluppo delle applicazioni industriali, in particolare negli ultimi anni per sviluppi bellici; a tagliare le spese per l’offerta formativa; a ridurre i costi del personale partendo dagli addetti alla ricerca e al supporto amministrativo; a esternalizzare i servizi.

Gli stanziamenti dei fondi PNRR negli ultimi anni hanno portato sì a una crescita, ma dovuta soprattutto all’incremento di personale precario: giovani ricercatori e personale tecnico amministrativo a tempo determinato (dati Ustat-MUR).   
Ma lo stanziamento dei fondi è ormai al termine. I tagli lineari del Governo e una riforma del reclutamento della docenza cosiddetta “riforma Bernini”, ancorché sospesa, confermano il precariato a vita come condizione prevalente di lavoro dei ricercatori  e a seguire l’espulsione dal sistema della ricerca per quasi tutti. Pochi di loro avranno possibilità di essere stabilizzati nella carriera accademica in un contesto di forte contrazione dei finanziamenti.

USB ha presentato al MUR una proposta di modifica legislativa per la stabilizzazione di tutti i precari dell’Università e degli Enti di Ricerca in occasione del presidio tenuto il 27 marzo a Palazzo Vidoni, nell’ambito del percorso verso lo sciopero del 4 aprile, che ha visto l’alleanza delle istanze sindacali con quelle degli studenti volte all’affermazione del pieno accesso al diritto allo studio.

Ovviamente non basta uno o più articoli di legge per considerare superata la precarietà.                
Per il 12 maggio, giornata proposta dalle Assemblee Precarie Universitarie, USB ha proclamato lo sciopero di tutti i precari dell’Università e degli Enti di Ricerca.            

Ci saranno iniziative che USB porterà avanti in tante città: Torino, Genova, Pisa, Bologna, Bari, etc.

A Roma, sarà in presidio davanti al MEF per chiedere che il Governo si impegni a stanziare i fondi necessari alla stabilizzazione di tutti i precari e realizzare quegli investimenti strutturali che servono per l’affermazione del pieno accesso al diritto allo studio, per risorse adeguate al rinnovo del contratto del personale tecnico amministrativo e bibliotecario e per una ricerca pubblica libera in funzione dello sviluppo del Paese (qui le specifiche sulla piattaforma ⇒).

Sostenere la lotta dei precari riguarda tutte/i, non solo perché è giusto affermare la necessità della loro stabilizzazione,  ma anche perché stabilizzarli li sottrae alla ricattabilità dei docenti e del sistema della ricerca. E questo è fondamentale mentre sprofondiamo in un'economia di guerra in cui si converte la ricerca in chiave bellica.

UNA RICERCA LIBERA CI FA GRIDARE PIÙ FORTE “FUORI LA GUERRA DALL'UNIVERSITÀ!”

USB PI - Università