AUTONOMIA E DIRIGENTI: A BOLOGNA PONTI D'ORO

Bologna -

Il Bologna,  30.01.07

 

Università, scoppia la polemica sui criteri di nomina dei dirigenti

Antonella Zago (Rdb): «L'interesse prevalente dovrebbe essere il bene dell'ateneo»

Jacopo Cecconi

 

La dubbia procedura utilizzata nelle nomine dei dirigenti fa scoppiare una polemica all'interno dell'Università. Alla scadenza di tre anni di contratto, l'architetto Francesco Faina è stato prorogato per il 2007 dirigente per l'edilizia dell'Alma Mater. Secondo alcuni la legge, la 165 del 2001, lo vieterebbe, secondo altri la procedura sarebbe normalissima, secondo altri ancora sarebbe stato sufficiente confermare il dirigente nel proprio ruolo solo per pochi mesi, quanto bastava per avviare una procedura per indire un concorso. Del resto, l'incarico vale 102.835 euro, più bonus di altri 20-30 mila. È quindi naturale che i criteri di nomina siano percepiti come molto importanti.

Specialmente in un ruolo chiave, come quello di dirigente dell'edilizia, dove alla gestione architettonica si affianca strettamente quella economica. IL PROVVEDIMENTO di proroga è stato presentato al consiglio d'amministrazione dell'ateneo dalla direttrice amministrativa Ines Fabbro. «Senza nemmeno passare dall'esame della commissione competente», lamenta Antonella Zago, rappresentante delle Rdb, che già nei giorni scorsi aveva denunciato una mancanza di trasparenza nella gestione e nella valutazione del personale. Anche su questa questione dal tavolo del consiglio si è levata una forte protesta. Alla fine Fabbro e il rettore Pier Ugo Calzolari hanno disposto che l'incarico fosse affidato a Faina solo per un anno. Qualcuno avrebbe preferito tre mesi, il tempo necessario al concorso. Ma perché non è stato approntato un bando per tempo, visto che la scadenza dell'incarico era nota fin dal primo febbraio 2004? Fondamentalmente perché si aspettava di conoscere la valutazione finale del lavoro di Faina, per un'eventuale riconferma. La proroga, senza riconferma, porta qualcuno a pensare che la valutazione non sia stata positiva. MA PROPRIO su questo punto pone l'accento Zago: «Noi - dice la componente del Cda - dobbiamo fidarci, perché le valutazioni non ci vengono rese note, facendo prevalere il diritto alla privacy sull'interesse più generale, che dovrebbe essere quello dell'università a scegliere il meglio, con tutti i dati a disposizione ». Intanto al concorso per sostituire Faina potranno partecipare sia interni all'ateneo che esterni, proprio per la volontà di Calzolari di assicurare una scelta più selettiva.

 

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Il Bologna   -  29 Gennaio 2007

Università. Bagarre nell'ultimo Cda: le valutazioni sugli amministratori del 2005 presentate solo ora

Maxi stipendi e giudizi lumaca per i dirigenti dell'Alma Mater

Jacopo Cecconi

Compensi base da 100 mila euro. Ma anche chi non raggiunge gli obiettivi viene premiato

Hanno incarichi da 100 mila euro l'anno, ma il loro operato viene giudicato in gran segreto

e con molto ritardo. Se hanno lavorato meglio del previsto ottengono un bonus del 30%, quindi di circa 30 mila euro. Se hanno lavorato come previsto, ne ottengono uno da 25 mila. Se hanno lavorato peggio, però, non vengono redarguiti: vengono comunque premiati.

Solo, devono accontentarsi del bonus più ridotto: 20 mila euro.

Sono i dirigenti dell'Università di Bologna, sulla cui valutazione si è innescato un dibattito e

nell'ultimo consiglio d'amministrazione dell'ateneo. Tanto che la delibera di approvazione non è stata messa ai voti. I DIRIGENTI valutati sono 16, elencati in ordine alfabetico: Ersilia Barbieri, Roberto Barreri, Laura Bertazzoni, Stefano Corazza, Alice Corradi, Marco Degli Esposti, Francesco Faina, Giovanna Flora Falsetti, Giovanna Filippini, Sanzio Gamberini, Michele Menna, Monica Passarini, Carlo Polacchini, Bruno Quarta, Maria Cristina Raboni e Paolo Vicini. Su di loro, il direttore amministrativo Ines Fabbro ha presentato solo un giudizio generale, senza soffermarsi sul rendimento di ciascuno.

Cosa che ha fatto innervosire non poco parte del consiglio d'amministrazione.

«Non ci fanno capire la metodologia del giudizio – racconta Antonella Zago, rappresentante delle Rdb - né entrare nel merito dei criteri. Non sappiamo i nomi di chi ha raggiunto o meno gli obiettivi prefissati, ma il criterio della Privacy non dovrebbe esistere all'interno del Cda. La priorità dovrebbe essere la gestione migliore possibile dell'Ateneo». Insomma, nessun controllo, da parte del Cda, su persone nominate direttamente, che percepiscono stipendi con parecchi zeri. Nessun controllo, soprattutto, sull'assegnazione a ciascuno di loro di un bonus di rendimento. Secondo Fabbro, «quattro dirigenti hanno avuto una valutazione sopra le aspettative e percepiranno un'indennità di risultato pari al 30% della propria indennità di posizione ». Indennità di posizione che, ricordiamo, è di 100 mila euro. Sei, invece, hanno ottenuto una valutazione «conforme alle aspettative» e meriteranno un bonus del 25%. Altri sei, infine, si dovranno accontentare del 20% in più dello stipendio base in quanto hanno ottenuto una valutazione solo «parzialmente conforme alle aspettative ». Resta una busta paga annua da 120 mila euro lordi. Un professore universitario di altissimo livello arriva a guadagnarne circa 75 mila. A creare imbarazzo, però, sono anche i tempi. Fabbro avrebbe dovuto consegnare la relazione sull'operato dei dirigenti nei primi quattro mesi dell'anno. Invece, la delibera relativa al 2005 è arrivata sul tavolo del Cda solo il 23 gennaio scorso. «Accorgersi con un anno di ritardo delle mancanze di un dirigente - sottolinea Zago - significa lasciarlo lavorare (e continuare a pagarlo) per almeno altri 12 mesi. Questo ateneo sorveglia all'estremo i lavoratori di classe più bassa, perfino i portinai, e poi non permette di vigilare sui suoi troppi dirigenti». Nella sua relazione, Fabbro riconosce lo slittamento dei tempi e ne attribuisce la colpa al «sovraccarico di incombenze che gravano sulla direzione amministrativa». La spiegazione non è bastata però a diversi membri del Cda, che si sono opposti al voto. In particolare con Zago si sono mobilitati il rappresentante del governo Giorgio Cantelli Forti e il professor Enrico Lorenzini. «Di fronte al malcontento generale – riferisce Zago - il rettore Pier Ugo Calzolari ha  proposto di non mettere ai voti la deliberazione, ma di considerare la lettura della relazione come una mera presa d'atto da parte del consiglio. Una cosa mai vista prima». ■