BUONI PASTO in SMART WORKING
ANCHE LAVORANDO IN SMART WORKING IL PERSONALE HA DIRITTO AL BUONO PASTO!
USB ha richiesto all’Amministrazione di definire il prima possibile la questione dell’erogazione del buono pasto con la delegazione sindacale trattante.
In un momento così difficile in cui, peraltro, tutti contribuiscono efficacemente al funzionamento dei servizi istituzionali, USB ritiene penalizzante per il personale il rinvio della discussione deciso dall’Amministrazione.
Di seguito la richiesta di USB PI – Università Tor Vergata e in allegato sul tema un comunicato di USB Pubblico Impiego.
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Al Magnifico Rettore
Prof. Orazio Schillaci
Al Direttore Generale
Dr. Giuseppe Colpani
Università degli Studi di Roma Tor Vergata
Oggetto: erogazione buoni pasto in regime di smartworking emergenziale
In riferimento alla erogazione dei buoni pasto al personale collocato in smart working, richiesta dalla parte sindacale nell’incontro telematico che si è tenuto il 23 aprile, riteniamo necessario fare alcune considerazioni.
A causa dell’emergenza sanitaria, codesta Amministrazione ha dovuto collocare in tempi rapidi la quasi totalità del personale in smart working, o cosiddetto lavoro agile. La misura adottata in base alla normativa emergenziale, volta alla protezione del personale e al contenimento della diffusione del contagio, è considerata attività ordinaria di lavoro ed attuata in modalità semplificata.
Si deve prescindere, difatti, dalla stipula dell’accordo individuale tra il dipendente e l’Amministrazione, previsto obbligatoriamente dalla legge istitutiva del lavoro agile (L.81/2017) e che avrebbe dovuto regolamentare le modalità di esecuzione della prestazione. Ossia la strumentazione eventualmente messa a disposizione del dipendente, i tempi di reperibilità, le misure tecniche e organizzative per garantire la disconnessione dagli strumenti di lavoro, l’attribuzione della responsabilità in caso di infortunio e l’eventuale riconoscimento del buono pasto.
Ci teniamo a precisare che la legge di riferimento, oltre a non escludere il buono pasto, dispone per il lavoratore interessato il diritto ad un trattamento retributivo e normativo non inferiore a quello complessivamente applicato ai lavoratori in attività ordinaria che svolgono le stesse mansioni.
Sottolineiamo che la circolare ministeriale emanata nell’attuale fase emergenziale non esclude il buono pasto al dipendente in smart working, ma ne prevede la regolamentazione tramite gli accordi collettivi, probabilmente in assenza di un contratto individuale. Il DL n.18/20 lo esclude espressamente solo in caso di esonero dalle attività lavorative (art.87, comma 3). Nelle FAQ on line, al contrario, la Funzione Pubblica fornisce indicazioni per la fruizione del buono pasto.
E’ di tutta evidenza che il contratto integrativo vigente dovrebbe continuare a produrre effetti anche per il buono pasto, essendo lo smart working emergenziale attività ordinaria di lavoro, con reperibilità estesa all’orario ordinariamente prestato. .
A fronte di sovrapposizioni interpretative, questa O.S. pone l’esigenza di risolvere la questione il prima possibile con la delegazione sindacale trattante. In un momento così difficile in cui, peraltro, tutti contribuiscono efficacemente al funzionamento dei servizi istituzionali, ritiene penalizzante per il personale il rinvio dell’argomento prospettato da codesta Amministrazione.
Cordiali saluti.
Roma, 29.04.2020 USB PI – Università Tor Vergata
Allegato: ♦ pubblicoimpiego. buoni-pasto-e-smart-working