CCNL Istruzione: pochissimi, maledetti e subito. Ma il dato reale è il fallimento di un comparto che non c'è: che fine hanno fatto Ricerca e Università?
Rinnovare la parte economica e rimandare quella normativa. Lo scrivevamo in un comunicato il 21 ottobre per evitare al settore della Ricerca l’ennesimo danno su ordinamento e libertà di ricerca derivante da una politica contrattuale a dir poco penalizzante per ricercatori e relativi staff.
Il teatrino inscenato da Cgilcisluil si risolve con poche lenticchie, peraltro solo per la Scuola, da aggiungere al misero piatto degli aumenti che non consente neanche lontanamente di far recuperare potere d’acquisto ai salari. Per il resto, una serie di impegni, che vedremo se e in quale misura verranno rispettati, hanno “convinto” i sindacati complici a firmare il CCNL con tanto di fanfare e, addirittura, con arretrati entro dicembre attraverso una procedura speciale. Praticamente si poteva firmare ad aprile o erogare direttamente i fondi
In realtà la trattativa rischia di proseguire e il pericolo di un grave peggioramento normativo, attraverso un processo di ministerializzazione della Ricerca, non è affatto scampato e, al di là del fatto che il Governo Meloni incassa un risultato politico rivendibile sul mercato della propaganda disinnescando peraltro, con la complicità dei sindacati, una mina sociale non indifferente, il dato politico più evidente è l’ennesima conferma del fallimento del compartone e l’ormai conclamata inutilità dei sindacati della Ricerca, assoggettati in toto alle esigenze della Scuola.
La chiarezza del quadro nel quale emerge in maniera sempre più evidente il definitivo affossamento della Ricerca Pubblica rende ancora più evidente la necessità dello sciopero generale del 2 dicembre proclamato da USB e dal sindacalismo di base: unico momento di lotta per rivendicare la ricostituzione di un autonomo comparto di contrattazione e un vero rinnovo contrattuale, con aumenti adeguati all’inflazione reale e con una parte normativa nella quale sia concretamente affermata la libertà di Ricerca e valorizzata la professionalità di tecnici e amministrativi.
USB continuerà a lottare per impedire che siano cancellati gli attuali livelli per tecnici/amministrativi e gli articoli 15, 53 e 54be per ottenere contratti europei per tutto il personale. Lo faremo nei posti di lavoro, nelle sedi istituzionali e nelle piazze a partire da quelle che caratterizzeranno lo sciopero del 2 dicembre, nel quale chiederemo a gran voce il rifinanziamento del comma 310, efficace strumento per carriere e stabilizzazioni, e al suo allargamento a tutti gli EPR.
USB PI - Ricerca