COME IL TITANIC: IL GOVERNO PROVA AD AFFONDARE L'UNIVERSITA'. TORNANO LE FONDAZIONI
Fondazioni e affondamenti
Nella manovra finanziaria 2009 torna di prepotenza l’intento di trasformare le Università Pubbliche in Fondazioni di diritto privato (Attenzione ! non di costituire io partecipare a Fondazioni ma di trasformarsi in Fondazioni !). Saranno i Senati Accademici a deciderlo a maggioranza assoluta, il Ministero darà l’approvazione formale garantendo alle Fondazioni sconti su tasse e imposte nel subentro di titolarità sul patrimonio dell’Università, svincolo dalla regole di bilancio e rendicontazione a cui sono sottoposti gli enti pubblici ma di percepire i finanziamenti pubblici che in questi anni sono stati lesinati colpevolmente all’Università Pubblica. Il personale amministrativo resta sotto Contrat6to Pubblico fino a scadenza del Contratto in vigore, poi si vedrà!
Dunque salta il progetto di riorganizzazione finanziaria che solo l’estate scorsa Tommaso Padoa-Schioppa e Mussi avevano messo in campo per “salvare” l’Università Pubblica (“Patto per l’Università”) messa alle corde da anni di tagli dei finanziamenti e dal fallimento delle “riforme” aziendalistichhe e privatistiche del sistema universitario italiano.
Ora affondare le Università Pubbliche è considerato un doveroso atto di eutanasia, ormai l’Università imbarca acqua da tutte le parti, coprire i buchi ed alleggerire il peso dei costi e dalla gestione corporativa e baronale, è impresa ardua. E parte il siluro della trasformazione delle Università in Fondazioni e procede sicuro verso l’Università Pubblica.
La bozza di decreto governativo riporta l’estrema soluzione in articolo rubricato “Facoltà di trasformazione in Fondazioni delle Università” che lascia poco spazio all’immaginazione: dall’autonomia senza strumenti si fa rotta verso l’autarchia senza prospettive, se non quella di alleggerire i bilanci dello stato sacrificando il ruolo pubblico dell’Università.
Sul piano dell’eccellenza Tremonti ha superato Brunetta, il Piano industriale per le pubbliche amministrazioni è già obsoleto, per quel che riguarda le Università la cura è la dismissione e privatizzazione assoluta.
La Fondazione è ente di diritto privato, il personale di cui si dota non appartiene più al pubblico impiego. Lo stesso CCNL per il personale tecnico amministrativo si applica fino alla stipula dei nuovi accordi direttamente con la Fondazione (un contratto nazionale per i dipendenti delle Fondazioni non esiste).
L’istruzione universitaria è già privata. E’ privata delle risorse economiche basilari, delle competenze gestionali, degli investimenti in ricerca, in edilizia ed in servizi per lo studio, e del rinnovo del contratto collettivo che riguarda la metà dei lavoratori strutturati. Privarla anche del ruolo pubblico che ad essa compete vuol dire sacrificare l’interesse generale per l’istruzione, per la formazione superiore e la ricerca di base, sull’altare del mercato o meglio dei corposi interessi di Banche, Confindustria, Poteri Forti del Paese.
Saranno le imprese a stabilire cosa studiare nei nostri Atenei? Saranno gli investimenti privati a definire le dotazioni organiche? L’instabilità nei flussi finanziari aumenterà ulteriormente la precarietà lavorativa? Aumenteranno le tasse per gli studenti al fine di coprire i costi? Il contratto di lavoro verrà contrattato individualmente? Saremo esposti alla disciplina dei licenziamenti collettivi?