Dalla legge di bilancio un colpo di mano contro la ricerca pubblica; 11 e 12 novembre presidi al CNR, mercoledì 13 manifestazione a Montecitorio
USB PI - UNIVERSITA' CON I LAVORATORI DELLA RICERCA
CONTRO
L’IPOTESI GENERATA DALLA LEGGE DI BILANCIO IN DISCUSSIONE AL SENATO CHE RIDUCE LA CAPACITA’ ASSUNZIONALE DEGLI ENTI E NE LIMITA L’AUTONOMIA NELLA GESTIONE DEI FINANZIAMENTI E DEI PROGRAMMI DI RICERCA
E' preoccupante che in manovra, con l’art. 28, si voglia affiancare ai Ministeri vigilanti un nuovo Organismo (l’Agenzia Nazionale della Ricerca) che tramite il controllo dei finanziamenti indirizzerà e imporrà le scelte strategiche sulle attività di ricerca delle Università e degli Enti di Ricerca pubblici.
E’ allarmante che al nuovo Organismo, contestualmente, sia demandata la gestione degli enti di ricerca privata, equiparando e sovrapponendo in tal modo il sistema di ricerca privato a quello pubblico.
Ci eravamo illusi?? Speravamo che il sistema ANVUR e i provvedimenti che hanno de-finanziato l’Università e promosso strumentalmente la competizione tra gli Atenei, a danno di quelli Umanistici e/o del Sud, fossero finalmente abbandonati dal nuovo Esecutivo. Ma dalla manovra, ancora una volta, emerge una scelta governativa volta a commissariare la ricerca pubblica per indirizzare e vincolare le attività strategiche delle università e degli enti di ricerca alle leggi di mercato, alle imposizioni della UE.
Ecco l’utilità di un altro carrozzone che comporterà aggravi di costi (CdA, dirigenza, personale, consulenze, risorse logistiche e strumentali), mentre la Ricerca continua a subire de-finanziamenti e ottuse spending review, obbligando anche gli Enti, come ormai è pratica ordinaria nelle Università, a cercare fondi privati per finanziare le attività e per retribuire personale precario che difficilmente può essere stabilizzato.
In questo contesto, si inserisce la questione salariale degli operatori universitari e degli Enti di ricerca.
La manovra stanzia per tutto il Pubblico Impiego fondi che determineranno aumenti salariali irrisori che non consentiranno il recupero delle perdite subite con il blocco del contratto nazionale. Con i prossimi rinnovi contrattuali di Università e Ricerca si dovranno raggiungere questi obiettivi.
Con questi presupposti non si costruisce un modello di sviluppo omogeneo sul territorio; è impensabile che la Formazione e la Ricerca diano importanti contributi allo sviluppo se si continua a precarizzarne e sottopagarne gli Operatori, con inaccettabili regole aziendalistiche ed economiche.
Così come abbiamo chiesto al Ministro Fioramonti nell'incontro del 15 ottobre, (https://universita.usb.it/leggi-notizia/usb-pi-universita-incontra-il-ministro-fioramonti-1316.html)
si potranno ottenere risultati solo con un risolutivo cambio di passo nelle scelte politiche:
un adeguato finanziamento pubblico di Università e Ricerca.
Anche i prossimi rinnovi contrattuali di Università e Ricerca dovranno servire per raggiungere questi obiettivi non limitandosi ad acquisire, come successo nel CCNL 2018, i vincoli economici imposti dal MEF e dalla UE. Si dovranno sanare, attuando piani straordinari di reclutamento e di carriera, le carenze di organico, i sotto-inquadramenti professionali e il precariato anche del personale TAB, riconoscendone il dovuto ruolo negli Atenei e negli EPR.
Lunedì 11 e martedì 12 novembre dalle ore 10,30 PRESIDIO DAVANTI AL CNR
Mercoledì 13 novembre ore 10,30 MANIFESTAZIONE A MONTECITORIO
PER UNA RICERCA PUBBLICA E INDIPENDENTE
PER LA STABILIZZAZIONE DI TUTTI I PRECARI
Roma, 10 novembre 2019.
Esecutivo USB PI - UNIVERSITA’