EQUIPARAZIONI PERSONALE DELLE AZIENDE OSPEDALIERE UNIVERSITARIE.. ?

Roma -

Applicazione dell'art. 28 del CCNL 2004-2005 con avvertenza...

È ormai annosa la mancanza di riconoscimento dei diritti del personale universitario che opera presso strutture ospedaliere o assistenziali, a parte poche fortunate eccezioni a livello nazionale.

Il DPR 761/79 recita chiaramente:

(…) Al personale Universitario che presta servizio presso i policlinici, le cliniche e gli istituti universitari di ricovero e cura convenzionati con le regioni e con le unità sanitarie locali, anche se gestiti direttamente dalle università, è corrisposta una indennità (….) nella misura occorrente per equiparare il relativo trattamento economico complessivo a quello del personale delle unità sanitarie locali di pari funzioni, mansioni e anzianità; (…).

Un testo che sembra davvero dirimente e risolutivo. Invece…

…anche le cose semplici diventano complicate nel momento in cui la volontà politica degli enti va nel senso di risparmiare sulla pelle dei lavoratori, e questo è uno dei casi più eclatanti.

Se da una parte, infatti, non ci sono state ripercussioni “troppo” negative per i lavoratori impiegati in strutture o policlinici direttamente gestiti dalle università, nella gran parte degli atenei risultano invece intollerabili le condizioni di lavoro ed economiche dei colleghi impiegati nelle strutture sanitarie a gestione mista. Oltre ad essere sottoposti alla volontà di due “padroni” – Aziende Sanitarie e Università – si trovano anche, almeno dal 1998, senza i riconoscimenti economici dovuti, appunto, in base alla normativa nazionale.

I vari contratti nazionali del settore Università, nel tempo, hanno tergiversato sull’argomento in attesa di fatidiche tabelle di equiparazione difficilmente definibili, in quanto l’operazione avrebbe comportato per le Regioni, enti pagatori dell’equiparazione, e per gli enti e università, che sono tenuti ad anticipare i fondi, un notevole esborso economico.

In un contesto di tagli generalizzati al servizio sanitario nazionale, che ha messo in ginocchio tutta la Sanità, la disponibilità di tali enti a sostenere anche le spese della parte (differenza stipendio tabellare, l’intero trattamento accessorio e percorsi formativi secondo il CCNL Sanità), relativa all’attività sanitaria del personale universitario è ovviamente mancata.

Solo il CCNL 2002-2005, pur tra mille ambiguità interpretative, ha finalmente previsto una tabella di equiparazione con la redazione dell’art. 28. Tutto il personale universitario che lavora per l’assistenza sanitaria deve essere ”STRUTTURATO”in base alla 761/79, e a tutto il personale strutturato deve essere applicato l’art. 28 del CCNL 2002-2005. Un passo avanti è quindi avvenuto!

E’ indispensabile ora chiedere la giusta applicazione del contratto precisando però alcuni punti che ancora rimangono poco chiari e che, se interpretati in termini peggiorativi dagli atenei, possono provocare un inquadramento al ribasso ed una compressione di tutto il personale con notevoli risparmi per le amministrazioni a scapito dei lavoratori, e la vanificazione della tanto sospirata equiparazione. E’ il caso del comma 6 dello stesso art. 28, che prevede il mantenimento dei trattamenti conseguiti prima dell’entrata in vigore dell’art. 28, ed in particolare per la categoria EP. È infatti. necessario che questo personale continui ad essere correttamente equiparato al contratto della Dirigenza - area III - del settore Sanità, in modo tale che il personale con ruoli di coordinamento, che sia di area socio sanitaria o amministrativa, venga equiparato giustamente nella categoria DS del contratto Sanità.

Solo a tale condizione si riuscirà a recuperare davvero il principio, sancito da tempo, della parità del trattamento economico tra il personale universitario e ospedaliero.