I Rettori vogliono far ripartire le Università a cominciare dalla ricerca. Ma come?
La fretta di riaprire dichiarata dai Rettori e a iniziare dai laboratori di ricerca, a parere di USB dimostra cosa è diventata l’Università.
Dopo anni di abbandono, oggi ipocritamente sembra che finalmente venga rivalutato il ruolo della Ricerca. Una Ricerca a cui sono state sottratte per anni le risorse umane e finanziarie necessarie, obbligando gli Atenei a dedicarsi quasi esclusivamente alla ricerca applicata.
Nelle università il ruolo dei ricercatori è ad esaurimento, sostituiti da figure tutte precarie. Le risorse finanziarie vengono quasi completamente dal mondo delle Imprese, senza contare spin-off e incubatori compartecipati dalle università, ma finanziate da Fondazioni universitarie e bancarie, che ora chiedono di riaprire senza farsi scrupoli.
Dal canto nostro, crediamo nella Ricerca e siamo consapevoli che questa abbia la necessità di ripartire, ma vogliamo la certezza che la scelta non sia motivata dall'idea di buttare in campo carne da macello (ricercatori precari, assegnisti e dottorandi) per soddisfare le esigenze imprenditoriali della finanza e dell’impresa.
La cosiddetta Fase2 non indica la fine della pandemia, ma solo un primo passo e per questo chiediamo che la riapertura sia fatta con responsabilità, senza generalizzazione o superficialità.
Nel ribadire, con forza, la nostra contrarietà alla Didattica a Distanza e allo Smart Working come metodi ordinari a regime, riteniamo che queste soluzioni, oltre che tutelare i lavoratori nel lockdown, offrano la possibilità di concentrarsi, in prima battuta, sulla sicurezza degli operatori della ricerca.
Chiediamo alla governance delle università una seria attestazione di responsabilità: deve essere garantita una riapertura dei laboratori in totale sicurezza, con ogni mezzo, senza economia o spending review.
Vogliamo, e su questo vigileremo, che i Responsabili, dalle massime Istituzioni all’ultimo dei preposti, valutino correttamente la situazione dei laboratori, che siano garantiti spazi e strumenti idonei al pericolo che siamo affrontando, che per ogni singola problematica ci sia una soluzione studiata non superficiale.
Chiediamo che il superamento di questa emergenza, sia coniugato al superamento dei processi di privatizzazione del sistema universitario.
Per un futuro sostenibile del Paese, bisogna ripartire da una idea di Ricerca pubblica, indipendente con investimenti pubblici e adeguati che possano sostenere e incentivare la ricerca di base, che consentano la possibilità di stabilizzare il personale precario.