LA GATTA FRETTOLOSA HA FATTO I GATTINI CIECHI

CCNL Università - Secondo biennio economico 2004-2005.

La gatta frettolosa fece i gattini ciechi.

 

…purtroppo per loro, noi ci vediamo benissimo e ciechi non siamo!

 

Roma -

Trattativa. Ma per chi?

Nella serata del 10 gennaio, alla prima convocazione, dopo appena poche ore di farsesca “trattativa”, ARAN, CGIL/CISL/UIL e “autonomi” hanno siglato in tutta fretta l’accordo per il biennio economico 2004-2005 Università che si aspettava dal gennaio 2004 e che il dicembre scorso è scaduto.

Una “trattativa” aperta e conclusa dopo poche battute, con un’applicazione “ragionieristica” dell’infame accordo siglato il 28 maggio 2005 per il Pubblico Impiego, sufficienti tuttavia a sancire nuove pesanti bastonature al personale sempre più “operaio” dell’Università, e, contestualmente, la concessione di nuovi privilegi – oltre a quelli già numerosi – al personale di categoria EP.

L’Università è sempre più identificabile, nelle “contrattazioni” dei confederali concertativi, nelle figure dei docenti, dei dirigenti e…dei soli EP.

Il resto del personale è da destinarsi, per questi rappresentanti, al macero!

Un trattamento vergognoso ma ormai usuale per un sindacalismo confederale abituato ad ignorare le esigenze vere dei lavoratori (e i lavoratori stessi) e sempre pronto a fare da pompiere anche quando il Governo è in mano all’odiato “nemico” Berlusconi.

 

L’analisi del testo concordato.

Poco più di 80 euro medi mensili a regime (cioè solo a partire dal 1° febbraio 2005: anche il mese di gennaio 2005 ci portano via!) distribuiti su 17 livelli stipendiali. Mancano 20 euro per garantire quei 100 euro medi strombazzati all’indomani dell’accordo politico con Berlusconi del maggio 2005, e a cui hanno sacrificato non solo i 50.000 posti di lavoro persi nel triennio 2002-2003-2004, ma anche gli ulteriori 60.000 posti di lavoro nel Pubblico Impiego che con la Finanziaria 2006 il Governo si accinge a tagliare.  

Entriamo dunque un po’ più nel merito di questo ennesimo accordo-truffa.

 

1) I confederali parlano di aumenti di 85 euro. In realtà, prendendo a riferimento la media sulla posizione “4” di ogni categoria, si hanno queste cifre: i lavoratori della categoria B4 avranno aumenti di 20,4 euro NETTI mensili per il 2004 e di ulteriori 26,37 dal 2005 (totale 46,77); quelli di categoria C4 di 22,47 euro NETTI dal 2004 e ulteriori 29,05 dal 2005 (totale 51,52); quelli di categoria D4 di 26,92 euro NETTI dal 2004 e  34,79 euro NETTI (totale 61,72);  per la categoria EP4 ci sono 32,32 euro NETTI dal 2004 e  41,77 euro NETTI dal 2005 (totale 74,09)

“Aumenti” e arretrati difficilmente percepibili in busta paga, se non dall’aumento delle trattenute fiscali.

 

2) Il salario accessorio d’ateneo prevede un “aumento” di 10 euro a testa mensili LORDI ma, a differenza dei precedenti contratti,  a valere dal 2006. Ai  lavoratori non sono riconosciuti neanche   gli arretrati di  un contratto già scaduto, a danno di una integrazione salariale per tutti, a partire dai lavoratori delle qualifiche più basse che subiscono una maggiore perdita di potere d’acquisto.

Dei 10 euro di aumento  almeno 6 dovranno essere messi da parte per incrementare il salario  integrativo mensile e i 4 restanti dovrebbero finanziare sia gli altri istituti accessori sia le progressioni orizzontali, con lo scontato ricorso alla selezione selvaggia.

 

3) Viene introdotta una norma che permette alle Amministrazioni di ridurre a  solo 15 giorni le ferie annuali garantite per i dipendenti. I giorni di ferie restanti potranno essere procrastinati nei successivi 18 mesi.  In questo modo le autonomie si garantiranno la copertura dei servizi a spese delle ferie dei lavoratori. Inutile rimarcare la situazione di arbitrio che potrà essere inaugurata da ogni dirigente di ogni struttura…!

 

4) Vengono introdotte ulteriori restrizioni per le progressioni economiche a cui potranno aspirare solo quelli che hanno maturato 3 anni di servizio effettivo, con una conseguente penalizzazione per coloro che sono stati in aspettativa, per motivi familiari, di studio, di formazione, ecc…

 

5) Il salario integrativo non potrà essere incrementato da risorse dell’ateneo. L’unica deroga è concessa per i soli EP!

 

6) Il divario con gli altri lavoratori di Pubblico Impiego continua ad allargarsi: la media degli aumenti stipendiali per i dipendenti del Parastato è stata di 120 euro; per i Ministeriali di 100 euro; per i colleghi della Scuola di 115 euro. A quando un reale “recupero” per gli universitari?

 

7) Per i buoni pasto ci limitiamo qui, per il momento, a riportare che il nuovo valore – presumibilmente per tutti i comparti di Pubblico Impiego che hanno ancora i valori più bassi – si è e sarà esteso grazie alla battaglia di RdB che, seppure NON ha firmato il Contratto Nazionale dei Ministeri, ha comunque ottenuto soddisfazione della sua SOLITARIA richiesta in quel CCNL. Inoltre le battaglie, peraltro già vinte con aumenti ben superiori (12 euro a Reggio Calabria e 10,32 euro a Bologna, senza “quota a carico” dei lavoratori), di RdB Università già informano vari atenei.   Non sarà dunque il valore di 7 euro il traguardo che possiamo ritenere oggi accettabile per l’Università.

 

Il significato politico del piatto di lenticchie.

La disinformazione e l’abbandono dei lavoratori pubblici in questi anni non è affatto casuale ma prelude a qualcosa di più grave: i confederal/concertativi vogliono abituarci fin da subito alla rassegnazione e alla passività proprio perché i tagli ai posti di lavoro pubblico intende farli anche il futuro “governo amico” del centrosinistra!

Sbaglia, dunque, chi è disposto a mettere una pietra sopra questi comportamenti e cerca di accontentarsi della sottoscrizione dell’accordo all’insegna del “meglio tardi che mai”.

Figurarsi poi quando sono addirittura “pochi, maledetti, e in comode rate”…!

 

Non solo Università. Le lotte abbandonate di metalmeccanici e precari.

Una prima conseguenza della firma di contratti pubblici con questi aumenti da fame  avrà già ripercussioni sulle prospettive di avviare una lotta generale dei lavoratori per il salario e, nell’immediato, sulla lotta dei metalmeccanici  che viene così  vergognosamente isolata dall’azione dei loro sindacati  confederali “fratelli” e ne ipoteca ogni possibile successo.

L’unica categoria che ancora oggi mostra segni di vitale esistenza e lotta, viene così tradita dai loro stessi “cugini” del Pubblico Impiego confederale.

Ma questa azione di svendita salariale dei contratti pubblici si ripercuote anche  sul trattamento salariale dei nuovi lavoratori precari che, oltre al ricatto del mantenimento - sempre precario –del posto di lavoro, con questi accordi vedono legittimati i loro salari da fame.

E’ chiaro che questo modo di rinnovare i contratti dei lavoratori pubblici ha una sola funzione: quello di garantire con una “partita di giro” (gli accordi  contrattuali!) una ulteriore riduzione della spesa pubblica a spese dei lavoratori!

 

Ecco perché i concertativi e i loro compagni di merende “autonomi”  hanno chiuso in fretta e furia l’accordo senza coinvolgere e tanto meno chiamare i lavoratori pubblici alla lotta!

 

Basta con  questi imbrogli! Abbandona i sindacati confederali!

Passa dalla tua parte! Sostieni e aderisci alla RdB!

 

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