La tragedia di tanti, le rendite di pochi
Coronavirus - comunicato n. 4
L’edizione cartacea de “Il Fatto Quotidiano” di giovedì 2 aprile 2020, pag. 13, pubblica un articolo firmato dal prof. Ugo Mattei.
Professore ordinario nelle facoltà di giurisprudenza di atenei italiani ed esteri, nel 2007/2008 è stato vicepresidente della Commissione “Rodotà” per la riforma dei beni pubblici. Insieme a Rodotà, Ferrara, Lucarelli e Nivarra, è stato fra gli studiosi che hanno redatto il testo dei tre quesiti referendari contro la privatizzazione dell’acqua e ne ha difeso le ragioni innanzi alla Corte Costituzionale.
Il prof. Mattei ricorda come Umberto Cairo, proprietario di uno dei più importanti gruppi editoriali italiani, abbia rivendicato il forte aumento dei profitti realizzati in concomitanza e grazie al coronavirus.
Il video, inequivocabile, può essere visionato da chiunque ricercando nella rete “Cairo video coronavirus” oppure, più semplicemente, all’indirizzo:
www.ilpost.it/flashes/urbano-cairo-video-coronavirus/
La disperazione nella quale sono attanagliati milioni di lavoratori e famiglie, piccoli imprenditori, piccoli artigiani e piccoli commercianti, deprivati di parte o tutti i loro mezzi di sostentamento, talvolta divorati dall’angoscia per quanto accade a persone a loro care, per alcuni è stata causa e motivo di grandi abbuffate.
Il “grande” imprenditore, che fra i diversi “asset” controlla il gruppo RCS (Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport) e La7, ricorda di aver parlato con diversi “grandi” imprenditori, tutti concordi nel riconoscere gli strepitosi aumenti dei profitti.
Grande distribuzione, società farmaceutiche, multinazionali della logistica e del commercio elettronico e così via, non hanno vissuto alcun dramma ma solo una festa che non ha mai fine. Diverso discorso, come sappiamo molto bene, per quanti, ad esempio, eseguono a ritmo frenetico e in condizioni precarie consegne di merci, sovente prive di alcuna essenzialità se non per gli azionisti delle società medesime.
Il prof. Mattei ricorda che la "proprietà privata" nell’ordinamento costituzionale italiano, informato al principio solidaristico, è garantita nella misura in cui essa adempie a una “funzione sociale” (art. 42, secondo comma, della Costituzione).
Pertanto, seguendo l’esortazione rivolta anche ai sindacati da parte del prof. Mattei, anche USB chiede perché solo il Governo, e (specifica aggiunta da noi di USB) non anche "certi e identificati" privati, dovrebbe farsi carico dell’emergenza?
Perché non chiedere anche a "certi e identificati" privati di concorrere – con le rendite accumulate nel corso di questa tragedia umanitaria – ai costi sociali e al sostegno di lavoratori, famiglie e piccole imprese?
Quando tutto questo finirà, non vorremmo dover sostenere, in significativa solitudine, i costi oggi anticipati dal Governo.
USB Pubblico Impiego – Università di Trieste
Ferdinando ZEBOCHIN