Le armi della cultura o la cultura delle armi? Scuola e università verso lo sciopero del 4 aprile e l'assemblea nazionale del 5, per un contratto vero e per un mondo diverso

Roma -

L'unico vero rilancio di idee, prospettive e futuro per le giovani generazioni di questo Paese dovrebbe passare, oltre che da milioni di posti di lavoro garantiti a pieni diritti e a pieno salario, da un ripensamento complessivo del sistema della formazione, dai primissimi anni di vita, passando per tutti i cicli scolastici, per arrivare allo studio universitario ed oltre. Ripensare tutto con la consapevolezza di ciò che ha funzionato e funziona e che ha reso solidi diversi aspetti del percorso di studio e di crescita di tanti ragazzi e ragazze, e di ciò che invece non ha funzionato e che da diversi decenni ha sistematicamente svilito il ruolo complessivo del sistema della formazione pubblica, per condurlo ad altri obiettivi, che oggi si mostrano palesemente: abbassamento del livello culturale e di coscienza, subordinazione estrema ai settori produttivi (con annessa scuola di precarietà), campagne ideologiche imperniate sul ritorno o il rinsaldamento dei valori dell'Occidente (un nuovo occidentalismo!) o sulla militarizzazione delle scuole, voluta confusione tra modernizzazione e imposizione rigida (con annesso grande mercato garantito) della digitalizzazione e delle nuove tecnologie (vedi PNRR).

Un processo che sta investendo anche l’Università, sempre più stretta dentro un indirizzo bellico della Ricerca e una precarizzazione estrema, che oltre a negare il diritto ad un lavoro stabile per i precari, mina alla radice la libertà di Ricerca, valore irrinunciabile in sé.

Tutto questo richiederebbe e richiederà un lavoro di analisi e di conoscenza di cui si vedono in giro alcuni barlumi e segnali, ma che dovrebbe portarci ad avere un'idea di una nuova scuola e di una nuova università pubblica. È tra i compiti che, come USB, ci siamo dati.

Sono questi i motivi di carattere generale che ci hanno portato a indire, insieme e sulla base di un lavoro non nato ieri, una giornata di sciopero dei settori di università e scuola, per rispondere anche all'appello studentesco di Osa e di Cambiare Rotta. Uno sciopero che porterà in decine di piazze una protesta che dalle scuole e dalle università si estende al rifiuto del Rearm Europe come del Genocidio del popolo palestinese, contro le tragiche ipotesi che classi dirigenti avventuriste e immemori della storia del continente (altro che Occidente unico conoscitore della storia!) spingono con l'appoggio dei sistemi di disinformazione di massa e che per fortuna non sembrano produrre, almeno per ora, l'intruppamento collettivo che sperano.

Ecco perché lo sciopero del 4 aprile è per noi così importante, come lo è ancora di più opporsi a una ipotesi di rinnovo contrattuale che, come per gli altri comparti di contrattazione, la sua scelta di politica economica l'ha fatta a monte, decidendo che più di un milione di lavoratori di questo comparto, devono avere "rinnovi" contrattuali che non recuperano neanche metà dell'inflazione. È quello che è già successo con il contratto delle Funzioni Centrali, sonoramente bocciato dal referendum che abbiamo indetto, ed è quello che tiene in sospeso i contratti di Sanità ed Enti Locali. Con l’aggravante di un comparto, quello di Scuola, Università, Ricerca ed AFAM, in cui è praticamente impossibile dare risposte alle lavoratrici e ai lavoratori anche sul piano normativo a causa dell’estrema eterogeneità della sua composizione.

Come abbiamo detto più volte queste sono scelte, che non vogliono favorire tra lavoratori e beneficiari della scuola e dell'università lo sviluppo delle armi della cultura e del sapere, ma accettano passivamente di cedere alla cultura delle armi. Una cultura di morte e di distruzione, che sembra avere assoldato alcuni soggetti sindacali o non interessare altri, che quindi di fatto l'accettano.

Per noi sono invece temi decisivi, come quelli che riguardano più direttamente i lavoratori e le lavoratrici dei settori, sui quali torneremo a scrivere nei prossimi giorni e che stanno dentro il percorso più generale di USB che vedrà nell’assemblea su salari e riarmo del 5 aprile: una tappa importante anche in funzione della saldatura di un blocco sociale, che parte dalle questioni estremamente concrete per rilanciare un diverso modello sociale.