PIER PAOLO DEVE TORNARE A LAVORARE
Perché:
LA COSTITUZIONE ITALIANA DICE :
Art. 3 –: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge.
Art. 27 –: L'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva.
Abbiamo citato questi articoli della costituzione perché consideriamo perlomeno fuori luogo l’art.13 dei contratti nazionali del Pubblico Impiego che prevede la possibilità (citando la Legge Severino) di licenziare senza preavviso un Lavoratore condannato a più di un anno di reclusione in qualunque grado di giudizio per reati anche se svolti al di fuori del ambito lavorativo.
Questo articolo del CCNL, di cui chiediamo il superamento nel prossimo rinnovo contrattuale, è stato applicato per la prima volta in Italia dall’Università di Torino, che ha zelantemente licenziato il Collega Pier Paolo Pittavino, condannato in primo grado per scontri avvenuti nel 2015 in una manifestazione NO TAV.
In attesa di una sentenza definitiva, in risposta al ricorso in appello, chiediamo ai firmatari del CCNL di abrogarne o adeguarne l’art.13 comma 9, ma soprattutto auspichiamo l’immediato annullamento del licenziamento del collega Pier Paolo Pittavino come strumento di auto-tutela dell’Università di Torino.
Riteniamo già eccessiva la sospensione dal lavoro affibbiata a Pier Paolo in attesa della sentenza di primo grado, ma consideriamo inaccettabile il licenziamento senza preavviso avvenuto immediatamente dopo la sentenza di primo grado, licenziamento accompagnato dalla disabilitazione all’accesso al sistema informatico dell’Ateneo.
Va anche considerato che un lavoratore pubblico a tempo indeterminato licenziato non ha diritto alla NASPI (Indennità di disoccupazione) grazie a riforme previdenziali e del Pubblico Impiego discriminatorie .
Per queste motivazioni offriamo a Pier Paolo tutta la nostra solidarietà e ribadiamo l’auspicio che il Rettore dell’Unito Prof. Gianmaria Aiani e i candidati alla sua successione si impegnino per far ritirare il licenziamento di Pier Paolo Pittavino in nome del buon senso e del rispetto della Persona, evitando interpretazioni peggiorative di un CCNL fatto per punire i Lavoratori Pubblici in nome di false meritocrazie.
RSU Politecnico di Torino