PRECARI NELL'ATENEO FIORENTINO: BENIGNI AIUTACI TU !!

In allegato il documento della RdB/CUB Università di Firenze

Firenze -

L’università si fa bella con il bilancio sociale e le lauree honoris causa….

peccato che le bugie abbiano le gambe corte!

“Complessivamente sono circa 4.000 i soggetti che ogni anno hanno con l’Università relazioni contrattuali diverse dal lavoro dipendente” (Bilancio sociale, p. 40).

Per la precisione, a fronte di un organico, nell’a.a. 2004/2005, di 3.990 unità di personale stabile, i precari erano 3.907!! Cioè un precario ogni lavoratore stabile!  Veramente un grande esempio di responsabilità sociale e rispetto per i diritti dei lavoratori, avere trasformato una fabbrica di sapere in una fabbrica di precarietà!

“Fra le tipologie di personale non strutturato la più numerosa è rappresentata da quella dei professori a contratto che portano il loro contributo di studiosi o esperti di comprovata qualificazione professionale e scientifica […]”.

La docenza a contratto (1.800 persone nel 2006) è per quasi tutti un’attività di natura continuativa analoga a quella di ruolo per forma e contenuti, per responsabilità e incombenze, sottintendendo un impegno costante di presenza, di aggiornamento e di studio. Eppure la retribuzione è inferiore ai 400 euro per 30 ore di lezione, e i compensi sono spesso a rischio di tagli arbitrari. A fronte di uno stato di sfruttamento spesso protratto per anni e delle discriminazioni in materia di retribuzione e diritti, le nuove regole per le assunzioni dei ricercatori rischiano pure di escludere queste figure.

“Molti giovani ricercatori iniziano la loro relazione con il mondo accademico nelle categorie degli assegnisti di ricerca e dei ricercatori a tempo determinato. Si tratta di personale impegnato esclusivamente nell’attività di ricerca.”

Assegnisti (700 nel 2006) e ricercatori a tempo determinato (100 nello stesso anno) non sono affatto giovani, ma ricercatori con esperienza e pubblicazioni, “parcheggiati” per anni dai loro professori in attesa di un posto libero da ricercatore. Nel frattempo svolgono tutte le funzioni della docenza, oltre alle attività di ricerca, in violazione delle disposizioni contrattuali che li riguardano, e dunque in una situazione di palese illegalità, ma soprattutto di grave incertezza personale e professionale, sempre a rischio di essere espulsi per arbitrio dal loro lavoro.

“Per il funzionamento generale del sistema è richiesto infine l’apporto di un consistente numero di soggetti con caratteristiche di elevata professionalità da impiegare all’interno dei processi gestionali e organizzativi, soprattutto quelli riferiti ai progetti e quindi di carattere innovativo ed ad impegno limitato nel tempo. È il caso dei collaboratori e del personale tecnico amministrativo a tempo determinato”

Qui si cade nel ridicolo: possibile che progetti “innovativi” e “limitati nel tempo” arrivino a richiedere personale amministrativo in misura quasi pari a quello stabile (1700 stabili e 1200 precari) e per periodi di tempo che in maggioranza superano i cinque anni fino ad arrivare a casi di precari con 10 anni di anzianità? Ma non c’è nessun mistero, semplicemente perché la verità è un'altra: i precari svolgono sempre più il lavoro amministrativo ordinario, coprendo da anni le stesse funzioni dei colleghi stabili e spesso reggendo interi uffici lasciati sguarniti dal personale andato in pensione e quasi mai sostituito da nuove, vere assunzioni. 

Non stupisce dunque che nella sua propagandistica relazione il Rettore si dimentichi di citare tutti quei lavoratori che a seguito della esternalizzazione di servizi come pulizia, mensa, portierato, segretariato e gestione biblioteche hanno visto negli anni aumentare la loro precarietà e diminuire retribuzioni e diritti senza che dall’Ateneo si sia mai levata una voce per tutelarli o per controllare l’operato delle ditte appaltatrici.

Così come non parla del provvedimento di revisione del sistema di calcolo delle tasse di iscrizione e frequenza, recentemente approvato dal CdA, che vedrà la maggior parte degli studenti e delle loro famiglie aumentare il già pesante sacrificio economico necessario per pagare tasse ed affitti esorbitanti.

Ma non basta. Mentre il precariato è la regola, l’Ateneo, non contento dell’enorme speculazione permessa con la costruzione del nuovo complesso nell’ex area Fiat a Novoli, progetta nuovi allargamenti edilizi a Calenzano, continuando a portare il suo bilancio in uno stato di dissesto a danno della qualità del lavoro, dei servizi, della didattica e della ricerca.

Vorremmo che qualcuno rispondesse a una semplice domanda: che senso ha costruire sedi su sedi se non si hanno i soldi per assumere e retribuire giustamente il personale precario che lavora da anni per fare funzionare tutti i giorni l’università?

Oltre l’ipocrisia, rimane la verità vera: i precari rappresentano una parte insostituibile dell’organico, ma sono privati di tutti i diritti, per primo quello a una retribuzione sicura e adeguata. Nel frattempo, l’università, nonostante abbia già ricevuto da tempo un gran numero legittime richieste di stabilizzazione da parte dei lavoratori precari, non si è ancora degnata di far sapere se si avvarrà delle norme, pure molto limitate, della finanziaria per avviare un processo di stabilizzazione, come già stanno facendo diversi Atenei italiani.

Ancora complimenti per la vostra “responsabilità sociale”!!!

Ad autocelebrazioni terminate l’Università di Firenze dovrà tornare a fare i conti della propria gestione fallimentare, sia dal punto di vista economico che di immagine. Per evitare il disastro potrebbe cominciare a dare una risposta celere e positiva alle richieste dei suoi lavoratori, che proprio in questi giorni invitiamo a ripresentare in blocco istanza di stabilizzazione, in base anche alle ultime direttive emanate dal Min. della Funzione Pubblica Nicolais, ma soprattutto in base al loro diritto di veder riconosciuto il carattere di lavoro subordinato e a tempo indeterminato ad anni di contratti a termine e collaborazioni varie.

Firenze svegliati!

La tua università si regge sullo sfruttamento!

 

COMITATO PRECARI UNIVERSITA’ DI FIRENZE                              precari_unifi@autistici.org