PRECARIATO NELL'UNIVERSITA' DI BARI: SMASCHERIAMO L'AMMINISTRAZIONE E I SINDACATI DEL REGIME CONSOCIATIVO!
Il precariato è una nuova forma di schiavismo, che nega i diritti umani più elementari di lavoratrici e lavoratori. Purtroppo, anche nella P.A. la precarietà, cioè l’umiliazione di vivere senza alcuna certezza per il proprio futuro (il capitalismo americano docet!), è diventato terreno di sfruttamento e spartizione clientelare tra i boss delle amministrazioni e i sindacati di regime.
Avevamo già in passato ribadito che la grave crisi sociale e le conseguenze disastrose sulla vita di lavoratrici e lavoratori precari, anche nell’Università di Bari, non doveva lasciare alcuno senza salario e senza lavoro. A qualsiasi costo! In realtà stabilizzandi e precari continuano a non avere alcuna certezza per il loro futuro e, addirittura, qualcuno si dichiara disponibile a lavorare senza salario (Consigliato da chi? Per quale gioco politico sulla pelle dei precari? E’ facilmente intuibile vista la campagna scatenata sui mezzi d’informazione!).
In merito al grave disagio che vivono sulla loro pelle i precari stabilizzandi e non dell’Università di Bari è doveroso da parte nostra fare chiarezza sulle responsabilità di tale situazione.
A nostro avviso, la responsabilità è da addossare alle mancate scelte passate sia dell’amministrazione, e di uno dei suoi organi di governo (il CdA) preposto ad adottare decisioni in merito, sia all’accondiscendenza dei rappresentanti del personale t.a. in tale organo, in quota ai sindacati confederali e consociativi.
Nel 2008 il quadro normativo prevedeva che le P.A. potessero procedere all’assunzione a tempo indeterminato di tutto il personale che alla data del 28/9/2007, termine previsto dalla legge finanziaria 2008 per il raggiungimento dei requisiti richiesti, avesse espletato attività lavorativa a qualsiasi titolo (co.co.co, ecc.) per almeno tre anni, anche non continuativi.
Sta di fatto che l’amministrazione dell’Università di Bari, con l’accondiscendenza dei sindacati confederali e concertativi (CGIL-CIS-UIL e CISAPUNI) presenti con i loro massimi rappresentanti in CdA, scelse di assumere questo personale (gli attuali 21 "stabilizzandi") con contratti a tempo determinato (e non indeterminato, come prevedeva la finanziaria 2008), salvo poi procedere, negli anni seguenti, all'assunzione di circa 60 unità di personale t.a. a tempo indeterminato dalle graduatorie ancora valide di precedenti concorsi. Oggi gli stessi sindacati CGIL-CISL-UIL e CISAPUNI che avallarono quella scelta scellerata e interessata si ergono a paladini degli stabilizzandi, con tanto di proclami e interviste sui media.
Questa squallida operazione servì ad assumere nuovo personale a tempo indeterminato dalle graduatorie ancora valide per rispondere alle logiche di spartizione clientelari e nepotistiche (basta scorrere gli elenchi) che accontentava Amministrazione e sindacati concertativi.
E’ assurdo che stabilizzandi e precari continuino ad appoggiare questi sindacati collusi! E’ assurdo che lavoratori e lavoratrici dell’Università di Bari continuino a sostenere alle elezioni RSU e alle elezioni per gli organi di governo i sindacati complici del disastro CGIL-CISL-UIL-CISAPUNI!
Secondo noi per evitare la gravissima condizione attuale dei precari sarebbero state necessarie decisioni coraggiose, drastiche e impopolari, a partire da alcune semplici considerazioni. Per evitare di lasciare i precari senza salario, sarebbe stato necessario un accordo collettivo, una sorta di contratto di solidarietà tra tutte le componenti universitarie, mettendo da parte egoismi e corporativismi. Bisognava mettere da parte momentaneamente le pur giuste aspettative di progressione di carriera dei docenti. Invece, la passata amministrazione, nel 2013, assunse 37 professori associati con chiamata diretta vincitori di vecchi concorsi, di cui molti idonei esterni. Attualmente, invece, l’abilitazione scientifica nazionale (ASN) non garantisce l’inquadramento da subito nel ruolo superiore (non ci sono punti organico sufficienti per tutti), non comporta avanzamenti stipendiali, non sblocca gli scatti di anzianità, non permette la ricostruzione di carriera. E’ una medaglia di cartone!
COSA FARE? Destinare da subito i punti organico 2014 necessari all’assunzione a tempo indeterminato del personale stabilizzando, procedere alle proroghe dei contratti col personale a tempo determinato, senza ulteriori pretestuosi ricorsi ai revisori dei conti, utilizzando i fondi messi a disposizione della regione, senza i macabri balletti dell’attuale CdA sulla pelle dei precari.
Bari, 6/3/2014
USB P.I.
CIB Unicobas