Rinnovo CCNL 2022-2024 Istruzione e Ricerca
LAVORI IN CORSO, MA NESSUNA SOSTANZA ...
Continuano gli incontri all’ARAN sul CCNL già scaduto nel 2024, ma sempre senza alcun riferimento alle risorse economiche “adeguate” all’inflazione 2022-24.
Un atteggiamento sempre più irrispettoso verso il personale del Comparto, che vede Governo e Sindacati impegnati a scrivere quelle regole che andavano rispettate in anni passati e, per di più, senza affrontare il vero problema dei salari del personale per tutelarlo dall'azione devastante dell'inflazione che nel triennio 2022/2024 è stata altissima, con un tasso complessivo superiore al 16%.
Come al solito, le parti trattanti si sono accomodati per firmare un contratto già scaduto che varrà chissà per quanti altri anni. Un contratto che, pertanto, oltre a non riconoscere la perdita di potere d’acquisto accumulata, congelerà per i prossimi anni possibili adeguamenti contrattuali.
Le politiche di austerità dei salari, i ritardi nei rinnovi contrattuali hanno aggravato in particolar modo le condizioni di lavoro (estremamente discordanti negli atenei in forza dell’ “Autonomia”) e la caduta del salario reale del personale tecnico amministrativo e bibliotecario dell’Università, notoriamente con gli stipendi più bassi nel pubblico impiego, e che nel compartone è quello meno considerato. E non solo da parte dell’Aran.
Sembra invece che al posto delle risorse necessarie a recuperare l’inflazione, il Governo, per il tramite dell’ARAN, provi a dare una ulteriore stretta ai diritti dei lavoratori proponendo di ridurre sempre più gli spazi di agibilità del Sindacato e della RSU negando l’informazione sull’organizzazione del lavoro e il piano delle assunzioni.
In un quadro di delegittimazione totale dell’ARAN nei confronti del sindacato e dei lavoratori offesi e mal pagati sarebbe naturale una reazione di orgoglio e di forza con l’uscita dei sindacati trattanti dai tavoli.
L’USB lo ha fatto ed è tornata in piazza per rivendicare le risorse necessarie a riportare i salari ad un livello dignitoso, una università pubblica e libera.
Lo abbiamo fatto e torneremo a farlo, con le nostre richieste per un salario vero per i lavoratori, per lo stanziamento di risorse per un piano assunzioni straordinario dei precari, per una università pubblica libera dalle ingerenze dell’industria bellica.
USB PI – Università