UniPI e Fase 2: si riparte! Anzi, no. [Ops… Però continuiamo a fare finta di niente, dai…]
A meno che non si sia trattato di un Pesce d’Aprile in ritardo, risulta difficile credere che un Ateneo come quello pisano, abbia potuto proclamare che da lunedi 4 maggio sarebbe ripartito il servizio di prestito nelle biblioteche (previa prenotazione e su appuntamento), preoccuparsi di darne comunicazione a tutti gli utenti istituzionali già da sabato 2 maggio, ma non informarne il personale bibliotecario.
Assurdo, no? Eppure, proprio questo è avvenuto.
E allora, come non indignarsi e pretendere che i nostri dirigenti rispondano semplicemente a questo: “chi avrebbe dovuto, di grazia, svolgere quel servizio?
Si prevedeva forse di attivare un self-service o qualche fantasmagorico sistema con i libri che da soli escono dagli scaffali e vanno incontro agli utenti?”
Perché, siccome poi la realtà non è un film fantasy, com’era ovvio, tra sabato e domenica centinaia di prenotazioni e di richieste da parte degli utenti hanno invaso le email degli ignari bibliotecari, ma lunedì 4 maggio nessun libro si è magicamente spostato, né alcun bibliotecario si è materializzato in sede.
Risultato: invece di un servizio, esattamente il suo contrario.
Nonostante l’evidente smacco, non si fa alcun passo indietro e si continua a fare
finta di niente: l’avviso fasullo continua a campeggiare sul sito del Sistema Bibliotecario, forse perché si confida nella solita memoria cortissima della gente e perché comunque fa figura e “tanto, se non è stato ieri e non sarà domani, sarà dopodomani o il giorno dopo ancora…”
Ci è stato detto infine che si è trattato di un errore. Imperdonabile!
Perché i semplici fatti dimostrano che non si è trattato di un errore umano o tecnico,
ma della precisa volontà di scaricarsi dalle responsabilità organizzative e di precorrere i tempi a tutti i costi, di lanciare proclami, di forzare la mano, senza alcun rispetto per l’impegno e la professionalità dei lavoratori, anzi facendo poi meschinamente leva sullo spirito di servizio e di abnegazione o ancor peggio cercando di farci sentire in colpa perché da dipendenti pubblici abbiamo uno stipendio garantito, mentre c’è chi sta peggio di noi!
Posto che al momento la modalità ordinaria di lavoro resta quella a distanza, ad ulteriore tutela dei colleghi ricordiamo che, recarsi al lavoro in sede senza una un’autorizzazione o un dispositivo formale ed ufficiale da parte dei Responsabili, potrebbe determinare situazioni in cui responsabilità civili, penali e assicurative ricadrebbero sul singolo lavoratore.
E’ inutile che il Rettore continui ad inviare i suoi messaggi infarciti di buonismo e inneggianti alla “comunità” , al sacro senso di appartenenza ad un Ente, ad un’Istituzione che poi si “dimentica” di un fatto fondamentale: senza il personale tecnico-amministrativo, bibliotecario ed ausiliario, l’Ateneo non va, ahimé, da nessuna parte!
Pisa 5.05.2020 USB-Unipi