Università di Trieste: verso la costituzione di una fondazione universitaria; le molte facce della privatizzazione
- LA PRIVATIZZAZIONE DEL SAPERE : COME AVVIENE CON LE FONDAZIONI ALL'UNIVERSITA' DI TRIESTE
Trieste - martedì, 02 gennaio 2018
L’analisi dell’intellettuale Noam Chomsky mette a nudo una realtà con la quale il sindacalismo di base si scontra da tempo: se si vuole porre le basi per il consenso dell’opinione pubblica alla privatizzazione di ampi ed importanti settori dell’amministrazione pubblica, prima devi fare in modo che i servizi pubblici non funzionino.
Quante volte abbiamo constatato la progressiva sottrazione di risorse pubbliche accompagnarsi all’ingresso di “partner” privati in settori fondamentali dello <Stato Sociale>?
Quante volte abbiamo verificato i tagli al bilancio dello Stato ripercuotersi sulla qualità e quantità dei servizi pubblici della pubblica amministrazione (assistenza, istruzione, sanità, previdenza)?
Quante volte ad ogni taglio dei finanziamenti pubblici alla ricerca scientifica di base ha fatto seguito una produzione legislativa che, nel tempo, introduce, consente, promuove e tutela il passaggio e\o l’uso “privato” di tanti ricercatori pubblici?
Quante volte prima di assumere un farmaco dovremmo chiederci quale ruolo ha l’industria farmaceutica nel finanziamento della ricerca scientifica universitaria, nella selezione del personale ricercatore, nella scelta di quali pazienti curare e quali lasciare al loro destino perché non remunerativi?
La narrazione dominante descrive un meraviglioso mondo del “partenariato pubblico-privato” in cui il privato e il pubblico “cooperano” per costruire, gestire, fornire servizi pubblici. La narrazione si ferma alla patina superficiale, non scende in profondità. Non pone domande scomode: perché un privato dovrebbe investire nel pubblico? Qual è suo tornaconto? Chi comanda? Quali interessi serve un servizio “pubblico” pagato dai soldi del privato?
Quali interessi serve una università statale – finanziata dalle imposte pagate dalle lavoratrici e dai lavoratori – che costituisce ovvero si trasforma in <fondazione>?
Chi sono i soggetti pronti a buttarsi sull’affare <fondazione universitaria>?
Perché l’Università di Trieste ha deciso di dar vista ad una <fondazione universitaria>, quante risorse pubbliche saranno utilizzate, quali funzioni saranno svolte, chi sono i professori e i ricercatori che stanno dietro a tale decisione, quali i nomi delle imprese private interessate? Quali le forze politiche interessate?
Un passaggio del Vangelo secondo Matteo, 6,24-34, afferma:
Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l'uno e amerà l'altro, oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire Dio e Mammona…
In allegato il testo che, unitariamente a CISL e UIL Rua di ateneo, abbiamo inviato all’Università di Trieste e alla SISSA – Scuola superiore di studi avanzati di Trieste e agli assessorati competenti della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia.
A seguire una breve tavola sintetica sul confronto fra gli atenei d’Italia, Francia e Germania tratto dal sito “Roars” (Returno on academic research).
Anni or sono, Chomsky partecipò ad un dibattito sul nuovo ordine mondiale che si svolse a Trieste.
Molti fra coloro che oggi sono ferventi promotori della scelta di dar vita ad una fondazione universitaria, erano presenti a quell’incontro del 2012.
O non hanno compreso alcunché del pensiero del prof. Chomsky (e questo non li sgrava dalle loro responsabilità “politiche”); oppure sono in malafede.
per USB Friuli Venezia Giulia
Ferdinando Zebochin