UNIVERSITA': MANCANO 1,5 MLIARDI. MOZIONE DELLA CRUI
Rassegna Stampa Crui: rassegnastampa.crui.it/USR_p17.asp
Mozione della CRUI
Roma, 19 aprile 2007
La Conferenza dei Rettori segnala ancora una volta all’attenzione del Governo e del Paese la drammaticità della situazione finanziaria in cui versano gli Atenei italiani.
Alla data del 1° gennaio 2007 le Università già denunciavano una riduzione reale delle risorse pari a circa un miliardo, limitando il calcolo ai costi sostenuti nel solo biennio 2005/2006.
Detta cifra si calcola tenendo presente che gli incrementi degli oneri stipendiali (classi biennali, ricostruzioni di carriera e miglioramenti economici del personale docente nonché incrementi da CCNL relativi all’ultimo biennio del personale t.a.) ammontano a circa 640 milioni di euro. In questo modo la percentuale dei costi fissi su un FFO che è rimasto sostanzialmente stabile negli ultimi due anni, ha raggiunto la quota dell’89% per l’intero sistema.
A questi si deve aggiungere la riduzione dei finanziamenti complessivi al sistema che, fra “tagli lineari”, azzeramento del fondo per le partite debitorie e impegni precedentemente assunti, ammonta a circa 110 milioni di euro. A tutto ciò va poi ulteriormente sommato l’effetto degli incrementi inflattivi che nell’ultimo biennio riguardo ai beni e servizi (acqua, elettricità, combustibili) è stato mediamente del 5% annuo. Infine il “tagliaspese” 2005-2006-2007 che comporta un versamento al Tesoro non inferiore a 200 milioni di euro.
Questo decremento reale pari a 1 miliardo, come accennato, si aggrava in maniera pesantissima alla luce dei recenti dati sull’incremento ISTAT previsti per l’anno 2007 relativi ai miglioramenti economici del personale docente pari al 4,28%, stimabili in 200 mln di euro più oltre 100 mln di euro per le progressioni di carriera. Infine il nuovo contratto del personale tecnico-amministrativo che, per il solo anno 2007, comporterà un incremento del 4,46% ossia un importo stimabile in 80 mln di euro.
Questa situazione comporta un aggravio di 1,5 miliardi di euro, cioè una diminuzione reale pari al 21,1% dei finanziamenti alle Università. Per senso di responsabilità è opportuno chiarire sin d’ora che, in assenza di provvedimenti urgenti ed adeguati, le Università non saranno in grado di pagare gli aumenti stipendiali né al personale docente né al personale tecnico-amministrativo, aumenti stabiliti per legge con meccanismi che per l’Università, al contrario di quanto avviene per gli altri comparti pubblici, non prevedono la corrispondente copertura.
In tali condizioni diventa estremamente difficile altresì che gli Atenei possano reperire risorse tali da integrare in maniera significativa gli stanziamenti previsti dalla Legge Finanziaria (art. 1, c. 650) per il reclutamento dei ricercatori universitari, stanziamenti che, ove risultassero gli unici disponibili, serviranno a coprire per l’anno in corso appena 500 posti dinnanzi a una platea di decine di migliaia di aspiranti.