UNIVERSITA': UN DECRETO MILLEFAVORI PER DIALOGARE SULL'AFFOSSAMENTO DELL'UNIVERSITA' PUBBLICA
in allegato il testo del decreto legge 180/2008
UNIVERSITA’: UN DECRETO MILLEFAVORI PER DIALOGARE SULL’AFFOSSAMENTO DELL’UNIVERSITA’ PUBBLICA
Con il decreto del 6 novembre il governo cambia tattica, cercando con qualche elemosina (al diritto allo studio, ai concorsi, all’edilizia universitaria) interlocutori istituzionali, dato che con il movimento preferisce confrontarsi con insulti e manganellate. Da questo decreto esce rafforzata la “riforma” che andrà a legittimare norme e progetti di trasformazione degli atenei in Fondazioni, tagli e affossamento degli atenei “non virtuosi”, blocco delle stabilizzazioni, tagli ai salari e ai posti del personale tecnico-amministrativo !
La Baronia pur diffidente considera questo decreto un passo avanti anche se insufficiente, il PD accetta la logica premiale degli atenei virtuosi che vuol dire tagliare e affossare quelli “non virtuosi” (e i precari ? e i lavoratori ? e gli studenti ?) e anche la prospettiva di trasformazione delle Università Pubbliche in Fondazioni.
Segnali di ambigua prudenza vengono dai sindacati confederali che, al di là delle dichiarazioni roboanti, non si discostano più di tanto dalla tradizionale politica di tenere il sacco alla baronia (questa volta in nome della difesa dell’Università Pubblica) tuonando contro i tagli ma ignorando le pesantissime responsabilità della casta baronale che ha portato il sistema universitario sull’orlo del fallimento sia per la gestione disastrosa degli atenei sia per le riforme privatistiche e aziendalistiche che hanno portato avanti sotto dettatura della Confindustria.
D’altra parte la “nuova concertazione” confederale ha già dato prova di “faticare” a contrastare la politica devastante del governo contro il mondo del lavoro e dello stato sociale. I confederali avevano già condiviso col governo “amico” la politica dei tagli con il famigerato MEMORANDUM per il pubblico impiego. Intesa nella quale era contenuta la disponibilità di tutti - compresa la CGIL - a sperimentare nel Pubblico Impiego la modifica dell'assetto contrattuale, i primi grossi tagli a organici e salari pubblici e lo smantellamento di funzioni e pezzi importanti della pubblica amministrazione.
Questo spiega l’inerzia di fronte al D.L. Brunetta e alla legge 133 poi, gli scioperi tardivi e a rate per tenere a bada i lavoratori inferociti, l’accordo per la “Riforma dei Contratti”, l’avvio dei “Fondi per le Pensioni Complementari” nel pubblico impiego, “l’Intesa sui Contratti Pubblici” del 30 ottobre, l’accordo di smantellamento dell’Alitalia, ecc.!
Proprio a causa della crisi dell’Università Pubblica una vera riforma è urgente e necessaria. Ma per cancellare, e non continuare, le sciagurate “riforme” baronali e confindustriali di privatizzazione e aziendalizzazione degli atenei, di trasformazione degli studi universitari in una fabbrica della precarietà a caro prezzo, di connivenza dei baroni-manager con i poteri forti, di esternalizzazione di funzioni e servizi e di precarizzazione del lavoro, di deleteria competizione tra gli atenei per i finanziamenti.
Bisogna riaprire l’Università ai bisogni della società, fare “sistema” tra gli atenei nella didattica e nella ricerca, garantire la mobilità sociale, investire sulla gioventù e restituire dignità e diritti alla massa dei precari e ai lavoratori tecnici-amministrativi ! Ma una riforma del genere non si può fare assieme alla Baronia e chi la difende usando l’indignazione di lavoratori e studenti ! E ancora meno restando inerti di fronte a un governo che in nome della recessione devasta il mondo del lavoro e lo stato sociale per finanziare banchieri, finanzieri e imprenditori felloni !
“Non pagheremo la vostra crisi !”
Questo è lo slogan del movimento degli studenti. Questo è la rivendicazione dei lavoratori. L’unità con gli studenti non si costruisce - ma si affossa - accodandosi al carro della politica sindacale di disimpegno dalla difesa di tutti i lavoratori e di tutto lo stato sociale o addirittura di collaborazione sfacciata col governo