Università di Trieste: i giochi di prestigio nelle attività per Conto Terzi
Il sindacato USB – Unione Sindacale di Base, come da prassi consolidata, ha consegnato al protocollo di ateneo (prot. numero 141401 di data 02/12/2020) la propria formale nota con le motivate osservazioni e le argomentate richieste correlate al nuovo <regolamento conto terzi>.
Per intenderci: con il termine “conto terzi” facciamo riferimento a tutto ciò che non è ricerca scientifica di base e didattica prevista dai corsi di studio ed è pagato a parte (vale a dire in aggiunta) allo stipendio. Alcuni (pochi) si fanno ponti d’oro, altri (pur lavorandoci) percepiscono somme modeste; la maggior parte del personale TA non beneficia di alcun vantaggio.
Al riguardo USB osserva (in estrema sintesi) quanto segue:
- La definizione contenuta del regolamento è talmente vaga da consentire ogni gioco di prestigio da parte del consueto gruppo di <contoterzisti> di professione.
- Per questo USB propone una definizione semplice, lineare ed univoca che fa riferimento alla legislazione IVA nazionale e comunitaria.
Potete star certi che, essendo semplice, chiara e comprensibile, nessuno la vorrà adottare. - Il regolamento promuove a tal punto l’arricchimento personale di alcuni (pochissimi) dipendenti (per lo più professori) che il noto gruppo potrà financo raddoppiare la propria (già ben cospicua) retribuzione lorda annua complessiva.
Per questo USB ricorda all’ateneo quanto – ancora oggi – prevede l’art. 98 della Costituzione:
“I pubblici impiegati sono al servizio esclusivo della Nazione”
Aveva ragione Matteo (non confondetevi! Il riferimento è all’evangelista) quando nel Vangelo diceva: “Dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore”.
Infatti, quando apprendi che un dipendente-professore nel corso di alcuni anni sarebbe stato in grado di raggiungere la bella quota di 300.000,00 euro di conto terzi accreditabili sul conto corrente e una dipendente-impiegata (forse per una sorta di principio di attrazione?) quella di 90.000,00… beh è molto chiaro dove sia il loro tesoro e dove il loro cuore… - Il regolamento getta un bel po’ di nero di seppia sul Fondo comune, vale a dire sulla parte di conto terzi destinata a favore dei colleghi che non fanno conto terzi.
Per questo USB propone, anche in questo caso, una soluzione semplice e comprensibile a tutti (ancora una volta, proprio per questo, sarà respinta):
prelevare una aliquota fissa del 6% sul fatturato, anno per anno rilevato dalla contabilità di ateneo.
Ecco un esempio concreto, tratto dagli anni passati, a testimonianza di quanto potremmo recuperare a favore di tutti noi:
- anno 2015: fatturato di euro 2.600.000 – di cui il 6% è pari ad euro 156.000,00
- anno 2016: fatturato di euro 1.800.000 – di cui il 6% è pari ad euro 108.000,00
- anno 2017: fatturato euro 2.700.000,00 – di cui il 6% è pari ad euro 162.000,00
- anno 2018: fatturato euro 3.971.000,00 – di cui il 6% è pari ad euro 238.260,00
Semplice, chiaro, trasparente, esigibile.
Non sarà approvato perché il "club" non vuole.
In allegato il testo completo della nota citata.