Il SINDACALISMO "RESPONSABILE": SEMPRE ALLEGRI BISOGNA STARE!

La democrazia sindacale è un optional nelle università. Il sindacato deve comportarsi “responsabilmente” nei confronti della controparte, secondo regole e patti che riconducono ad un modello di rappresentanza che esclude la partecipazione dei lavoratori, il confronto dialettico, tanto meno il dissenso. Regole supportate da quel sindacalismo riconosciuto come referente istituzionale che in tal modo protegge le proprie rendite di posizione.

Un modello consociativo che non appartiene a USB e a cui si oppone nelle quotidiane pratiche di lotta.

 

 

Trieste -

L’organizzazione sindacale è libera (art. 39 della Costituzione) 

(Sempre allegri bisogna stare)

 

Com’è noto, Lunedì 10 maggio la direttrice generale e le responsabili dell’ufficio personale presentano ai sindacati le “nuove” (vecchie) linee guida sull’orario di lavoro. 

Il 17 maggio USB, come da sua prassi, invia a tutto il personale un comunicato in cui espone le proprie ragioni di contrarietà a quelle “linee guida allegando tanto la propria nota motivata (formalmente acquisita dal protocollo di ateneo), quanto il testo delle “linee guida” come trasmessaci dall’ateneo. 

Ciascuno ha potuto leggere e farsi una idea, in assoluta trasparenza. 

A seguito di quel comunicato il rettore (protocollo di ateneo num. 65530) fa recapitare a USB una lettera in cui definisce la nota inviata ai lavoratori (vale a dire il comunicato sindacale firmato USB) “grave”, “offensiva quanto inopportuna”. 

Perbacco! Subito ci chiediamo dove sia la gravità, dove l’offesa e la non opportunità. 

Il vertice dell’ateneo, poche righe dopo, chiarisce le ragioni di tanto furore inquisitorio: 

“… è stato pure accluso il documento non definitivo … tale comportamento mina il rapporto di fiducia che ha usualmente permeato i rapporti fra la Parte  pubblica e la Parte sindacale, in quanto la documentazione oggetto di scambio e discussione in sede di trattativa ha carattere riservato…” .

Signora mia! Ma dove andremo a finire con questi che pensano di fare sindacato alla vecchia maniera, mettendo a disposizione di tutti i lavoratori i testi oggetto di discussione sindacale! 

Son lontani i momenti in cui in “Aula Magna” l’allora candidato alla massima carica universitaria parlava dell’ateneo come di una “casa di vetro”… 

Avuta la grazia, gabbato lo santo! 

Il vertice dell’ateneo si rattrista pure per la “mancata comprensione della reale portata dell’innovazione” (innovazione? Ma dove, ma quando…). 

In poche parole: 

ti mandano delle “linee guida” in cui ti tolgono anche quel poco di buono (ad esempio la flessibilità tanto in entrata, quanto in uscita) previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro (salvo poi dare la colpa a noi dicendo che siam testoni e non capiamo lo spirito riformista). 

Allora USB propone, propone e propone motivate ed argomentate modifiche, compresa una interpretazione estensiva delle previsioni contrattuali sulle visite mediche, terapie ed accertamenti diagnostici (in particolare se svolte in strutture pubbliche) e loro si dimenticano di essere “riformisti ed innovatori” e la bocciano. 

Ora ci dicono che non dobbiamo neppure far sapere quanto avviene nelle riunioni, perché son cose riservate, per pochi riformisti ed innovatori, gente che sa stare al mondo e che capisce che prima bisogna sempre chiedere il permesso… 

Ci torna in mente quella stupenda canzone scritta da Fo ed interpretata da Jannacci: 

… E sempre allegri bisogna stare 

Che il nostro piangere fa male al re 

Fa male al ricco e al cardinale 

Diventan tristi se noi piangiam 

E sempre allegri bisogna stare 

Che il nostro piangere fa male al re 

Fa male al ricco e al cardinale 

Diventan tristi se noi piangiam…