BOLOGNA: VOTARE A NO A UN ACCORDO E A UNA TRATTATIVA AL RIBASSO
Contratto ateneo: una trattativa al ribasso
(in allegato il testo dell'accordo NON sottoscritto da USB)
Dopo una prima convocazione avvenuta venerdì 1 aprile, la trattativa è continuata il 5 aprile e lo stesso giorno si è chiusa.
Si potrebbe pensare che tutto sia filato liscio e che non c’erano novità da discutere rispetto allo scorso anno, ma non è così.
Si è fatto tutto (troppo) in fretta perché l’Amministrazione ha immediatamente esordito affermando che non avrebbe più concesso l’anticipo dei 90 euro mensili e, quindi, dal mese di aprile tutti i lavoratori avrebbero avuto una decurtazione di 90 euro nel cedolino.
Come al solito, l’Amministrazione ha voluto dimostrare di avere il coltello dalla parte del manico, e visto il comportamento di CGIL e CISL, ha ottenuto il risultato che si era proposta.
I CONTENUTI DELL’ACCORDO
I contenuti principali dell’accordo sottoscritto da CGIL e CISL:
Si rimanda la Performance individuale a quando l’Ateneo potrà disporre di entrate extra-contratto, derivanti da risparmi da riorganizzazione e/o dal “dividendo d’efficienza”, che sarebbe la restituzione della quota versata dalle Amministrazioni Pubbliche allo Stato derivante dai vari prelievi effettuati sui fondi del salario accessorio (sulla malattia, ecc);
Viene mantenuta l’IMA a 89 euro, ma la sua distribuzione viene legata al rapporto tra la quota di FFO (Fondo di Finanziamento Ordinario – dello Stato) e quota premiale del FFO.
Tale rapporto è positivo e quindi non cambia nulla nella sostanza: fino allo scorso anno però l’IMA veniva assegnata senza che ci fosse questa valutazione.
Vengono mantenuti tutti gli altri istituti;
Il residuo di 400.000 euro viene distribuito sotto la voce di “Performance Organizzativa dell’ente”: anche questo istituto è legato (novità assoluta) ad indicatori legati ai finanziamenti esterni, al numero di studenti internazionali e al livello di raggiungimento degli obiettivi dirigenziali (?). Tali indicatori vedono l’Ateneo di Bologna collocarsi (oggi) in buone posizioni, anche se, come dice il poeta, “di doman non v’è certezza”. E che dire poi della palese contraddizione per cui i lavoratori devono pagare per il mancato raggiungimento degli obiettivi dirigenziali?
LE CONSIDERAZIONI DELL’UNIONE SINDACALE DI BASE
Innanzitutto occorre ricordare che il CCIL 2010, firmato dalla sola CGIL, conteneva questa dichiarazione congiunta:
DICHIARAZIONE CONGIUNTA n. 4
Le Parti, nel rispetto delle disposizioni di legge e contrattuali vigenti in materia, convengono di prevedere a partire dall’anno 2011 nuove tornate di progressioni economiche orizzontali.
Quest’anno c’erano le condizioni per farle: l’Amministrazione ha confermato che il fondo avente carattere di stabilità avrebbe consentito progressioni per 400.000 euro, più o meno quindi per un 8-10 per cento del personale. Ma, nonostante ciò, non si faranno poiché si sostiene che “tanto fino al 2013 sono solo giuridiche” (le norme infatti danno la possibilità di farle, ma non di pagarle, fino al 2014) e che “non vogliamo farle per una percentuale così bassa” e “le faremo il prossimo anno”.
Ci chiediamo quindi, a che scopo è stata inserita quella dichiarazione congiunta nel CCIL 2010 se poi gli stessi firmatari l’hanno platealmente ignorata.
L'art.19 del contratto sottoscritto da CGIL\CISL fissa per l'IMA un principio chiaro ed esplicito, recependo totalmente le indicazioni del Ministro Brunetta: si “eroga su base premiale e selettiva”, quali siano i criteri e quali ricadute abbiano quest’anno è, per noi, del tutto secondario. Secondo un copione ormai collaudato, Cgil e Cisl forniscono a Unibo degli strumenti contro i lavoratori facendo finta di non intuirne gli effetti deleteri per il futuro (le “pagelline” insegnano).
È proprio necessario introdurre tutti questi parametri di valutazione, soprattutto per l’IMA?
Anche se per quest’anno nei fatti non cambia nulla, una volta introdotta questa logica possiamo stare certi che nei prossimi anni non si tornerà certo indietro, con possibili conseguenze poco piacevoli per i nostri stipendi che, è bene ricordarlo, sono fra i più bassi in tutto il pubblico impiego.
Infine, una questione che per noi è di principio: non è possibile accettare un accordo che, non stanziando alcuna risorsa aggiuntiva ad hoc, dimostra di ignorare completamente il notevole sforzo richiesto a tutto il personale per supportare la riorganizzazione che, è bene ricordarlo, farà conseguire notevoli risparmi economici all’Amministrazione. Tali risparmi saranno quindi conseguiti totalmente sulla pelle dei lavoratori che saranno costretti ad accettare, senza alcun riconoscimento economico, mobilità forzata, dequalificazione, ecc.
In conclusione quindi l’USB ha ritenuto di non sottoscrivere l’accordo per due motivi fondamentali: innanzitutto l’eccessiva fretta di chiudere l’accordo, che ha accomunato Amministrazione e CGIL \CISL ed ha di fatto impedito una valutazione approfondita degli effetti per il futuro dell’introduzione dei parametri di produttività dell’Ente; in secondo luogo perché nell’accordo sono completamente assenti le Progressioni Orizzontali.
Ora ci sarà la solita consultazione on line, promossa dai firmatari con il supporto dell’Amministrazione.
La USB, pur non attribuendo particolare valore allo strumento informatico, non essendo un vero e proprio referendum, INVITA COMUNQUE I LAVORATORI A VOTARE NO, per dare un segnale della loro insoddisfazione verso accordi al ribasso.