CCNL Università: un Atto di Indirizzo che NON valorizza il personale universitario
Quando abbiamo letto l’atto di indirizzo del MUR (Ministero Università e Ricerca) di luglio 2021 avevamo sperato (senza troppa fiducia) che finalmente nel rinnovo del CCNL sarebbero state accolte le nostre rivendicazioni (Basta promesse, vogliamo un contratto vero!):
- adeguare i salari del personale Tecnico Amministrativo e Bibliotecario universitario a quelli del Pubblico Impiego
- eliminare i vincoli che impediscono l’incremento del salario accessorio
- ridefinire le categorie professionali per riconoscere le professionalità acquisite
Richieste che venivano rafforzate nella finanziaria 2022 con un succoso (e incredibile) finanziamento aggiuntivo di €. 50.000.000 per adeguare i salari, prevedere un piano straordinario di assunzioni anche per il personale T.A.B. e quindi progressioni verticali.
Colpo di scena!
Ora, spunta un nuovo Atto di indirizzo del Ministro della Funzione Pubblica (per capirci Renato Brunetta il miglior amico dei lavoratori pubblici) che - forse in presenza di una nuova spending review finalizzata a limitare i debiti incrementati dal PNRR, dalla pandemia e dalle spese per le armi all’Ucraina - suggerisce alcune condizioni al MUR, invitando di fatto il Ministero a rimangiarsi e/o a ridurre gli impegni presi, stabilendo per il rinnovo del CCNL 2019-21:
- una ridefinizione delle categorie professionali e un aumento delle spese pari a solo allo 0,55% del monte salari 2018. Il tutto da farsi con risorse di bilancio, limitando così la possibilità degli Atenei di sforare i tetti imposti da Tremonti;
- l’inserimento di criteri altamente selettivi per fare progressioni di carriera, data l’esiguità delle risorse, dando priorità all’acquisizione di Dirigenti e inserendo la necessità di avere abilitazioni professionali post-laurea per accedere alle posizioni EP;
- il mantenimento dei criteri falsamente meritocratici per distribuire il salario accessorio, invitando gli Atenei a destinare l’incremento dei fondi alle Posizioni Organizzative, di fatto impedendo riequilibri salariali e progressioni orizzontali adeguate.
Per USB queste non sono assolutamente le giuste premesse per un RINNOVO CONTRATTUALE VERO (Piattaforma USB - rinnovo contrattuale 2019-21) per il personale Tecnico Amministrativo e Bibliotecario dell’Università.
Invitiamo il Ministro e la CRUI a rigettare al mittente (Brunetta) queste impostazioni, che rappresentano una inusuale ingerenza normativa e una evidente mancanza di considerazione.
Ribadiamo le nostre richieste sui salari, gli organici e le carriere dei lavoratori per una vera rivalutazione di questa componente dell’Università dimenticata e sminuita da Governi e dai sindacati.
USB PI – Università