CONTRO RIFORMA GELMINI: AL POLITECNICO DI TORINO - PROVE TECNICHE 2
PROVE TECNICHE DI RIFORMA - Capitolo 2 Finale
Dopo il senato accademico del Politecnico del 15 ottobre a cui aveva fatto seguito una mobilitazione degli Studenti e del Personale dell'Ateneo per rivendicare l'apertura di un confronto sul futuro della loro Università, si è svolta una ulteriore seduta del Senato ieri, 21 ottobre, per continuare la discussione sull'ipotesi di riorganizzazione dell'offerta formativa 2010/2011.
Gli Studenti, non soddisfatti dell'incontro avuto il 20 ottobre con il Rettore sul tema, si sono presentati in massa alla seduta, presentando l'allegata mozione, in cui si chiedeva la sospensione della discussione in senato, per aprire un vero confronto sul futuro del Politecnico, chiedendo che il rettore si impegnasse a chiedere al Governo un impegno a rivedere i criteri di valutazione degli Atenei, con l'obiettivo di garantire uno sviluppo dell'intero sistema universitario pubblico.
Analogamente dai rappresentanti in Senato del Personale Tecìnico-amministrativo è stata presentata l’allegata richiesta fatta dal personale della Facoltà di Vercelli in cui si chiedeva di non deliberare la chiusura della Sede decentrata.
Alla presenza degli Studenti che chiedevano a voce alta di partecipare alla discussione, il Senato ha dovuto aprire le porte e ascoltare le loro richieste, presentate con un elevato senso di responsabilità, anche se provocati dalla presenza di truppe anti-sommossa chiamate dall'Ente.
Il Senato ha poi continuato la discussione sulla riorganizzazione dell'offerta formativa, impegnandosi il Rettore a relazionare agli studenti l'esito finale al termine della seduta.
Esito finale che non recepisce alcuna delle richieste fatte dagli Studenti e che a nostro parere non fornisce sufficienti garanzie sul futuro delle sedi decentrate del Poli.
- stato infatti approvato il testo integrale presentato dal Rettore, inserendo solo alcuni paragrafi che, pur abolendo apparentemente la definizione di "chiusura sedi decentrate", ne modifica le attività didattiche, trasformandole in attività complementari alla didattica e demandando il loro futuro, ai progetti che la Regione Piemonte avrà in proposito.
Dovesse perdurare o essere confermato, riteniamo inaccettabile tale atteggiamento che toglie voce in capitolo a Studenti e Lavoratori impedendo confronti sulle riforme e anticipando il DDL Gelmini sulla Governance ;
-di fatto accetta tutte le strategie del Governo, tese a distruggere il sistema universitario pubblico impoverendolo e istituendo competizioni distruttive tra gli Atenei;
-scarica sulle spalle degli Enti locali la gestione delle sedi decentrate, creando i presupposti più o meno mascherati per trasformarle in sedi di Fondazioni Universitarie, senza garanzie reali per i Lavoratori ivi operanti.
Iniziando con l'adesione attiva allo sciopero generale del 23 ottobre ci impegneremo per smascherare simili operazioni, con l'obiettivo di rivendicare il diritto di avere un sistema universitario pubblico a livello degli standard europei che operi in prima fila per la costruzione di uno stato sociale dignitoso, nel rispetto dei diritti dei Lavoratori e degli Studenti.