EQUIPARAZIONE UNIVERSITA'-SANITA': PRIMO ACCORDO A PARMA, LA REGIONE TENTENNA...

Bologna -

Dal 1 Gennaio 1998, in Emilia Romagna, non  vengono applicate le normative nazionali in materia di equiparazioni del personale universitario (quattro atenei presenti in Regione) che presta la propria attività nelle strutture assistenziali del Servizio Sanitario Regionale.

Per far fronte a questa situazione la Regione Emilia Romagna ha proposto alle quattro università sul territorio, e alle rispettive aziende sanitarie,  di addivenire alla definizione di un documento tecnico che finalmente risolva, in maniera omogenea, la questione della mancata equiparazione economica tra le due tipologie di personale, e sanare così una grossa carenza dei Contratti Nazionali di Lavoro del settore Università.

Le rappresentanze sindacali, convocate dalla Regione Emilia Romagna per discuterne il merito, rigettarono il documento presentato in quanto le tabelle di equiparazione proposte, più che  garantire l’adeguato trattamento economico al personale universitario, sembrava palesemente rispondere all’esigenza di risparmio della stessa Regione, ente pagatore.

La discussione fu quindi rinviata ai tavoli delle singole università e l’unico ateneo, dei quattro regionali, che ad oggi è arrivato ad un accordo su un documento tecnico in materia è l’ateneo di Parma.

Parma: un accordo certamente migliorativo!

L’accordo sottoscritto dall’Università di Parma, come anche un possibile accordo su un documento tecnico regionale, ha l’obiettivo di recuperare quanto non riconosciuto al personale dal 1998 all’entrata in vigore dell’art. 28 e seguenti del CCNL Università sottoscritto il 27.01.2005.

Risulta evidente quindi che la fase di definizione del pregresso diventa fondamentale per riuscire ad applicare al meglio anche il contratto collettivo.

I punti caratterizzanti:

Tabella equiparativa: rimane una sola tabella, e vede un miglior trattamento rispetto alle due tabelle definite  dal citato documento tecnico della Regione che determinavano una equiparazione che avevamo in passato definito “al ribasso”. Nel documento tecnico di Parma il personale della categoria EP viene finalmente equiparato all’area della Dirigenza Sanitaria, permettendo quindi uno slittamento in alto delle equiparazioni del personale dei livelli inferiori (vedi documento allegato).

Il personale sanitario di cat. C area socio-sanitaria: questo personale fino ad oggi è rimasto “inchiodato” in categoria C, malgrado la  modifica della normativa nazionale in materia di professioni sanitarie abbia comportato, per il settore Sanità, l’inquadramento giuridico in categoria D. Il documento in questione, a differenza di quello regionale, prevede quindi non solo l’equiparazione (trattamento economico), ma anche l’inquadramento giuridico in D di tutto il personale che antecedentemente al 20.09.2001 risultava convenzionato, “previo accertamento del concreto svolgimento delle relative mansioni”.

Da tempo (malgrado i tempi lunghi della giustizia) su questa questione RdB, all’ateneo di Bologna, ha fatto partire una vertenza collettiva che vede poco meno di 60 colleghi chiedere il riconoscimento giuridico della categoria D. Subito dopo anche l’ordine degli infermieri professionali sembra essersi reso conto che gli infermieri professionali dell’Università non potevano rimanere in categoria C.

Le indennità di qualificazione professionale e valorizzazione delle responsabilità: a norma  dell’art. 45 del Contratto Sanità del 1 Settembre 1995, vengono considerate anche per il personale universitario, lì dove non considerate fino ad oggi, e ricalcolate a partire appunto dal 1 gennaio 1995 per il personale già equiparato alla data del 9 agosto 2000. Non può essere applicata invece al personale equiparato dopo tale data, in quanto la relativa voce è stata conglobata nel tabellare nei successivi contratti.

La decorrenza di tale documento tecnico è fissata a partire dal 1 Gennaio 1998, e quindi siamo arrivati ad un ricalcolo anche per il pregresso. Infatti molte università, pur riconoscendo un trattamento economico in virtù della legge 761/79, versavano risorse in termini di acconti e non del riconoscimento dovuto.

Il primo passo è fatto… Ma

Questo accordo ora deve diventare la base di discussione in tutti gli altri atenei regionali dove ancora non si è raggiunta una soluzione.

Questo accordo, seppur rappresenti un passo avanti per il riconoscimento di diritti sanciti a partire dal 1979, lascia ancora aperti alcuni problemi, a partire dall’applicazione dell’art. 8, comma 4 e 5 (CCNL Sanità), che prevede per il personale con funzioni di coordinamento l’inquadramento non in categoria D ma in categoria Ds Sanità.

Il grosso punto interrogativo rimane però la disponibilità della Regione Emilia Romagna ad accettare l’impostazione del documento.

I primi dubbi sono già stati espressi nel merito del punto determinante, e cioè l’equiparazione del personale di cat. EP nell’area della dirigenza, riproponendo così una equiparazione al ribasso anche delle altre categorie di personale. E’ evidente che se il personale EP viene equiparato in cat. DS Sanità difficilmente in DS si potranno equiparare anche gli infermieri con compiti di coordinamento, determinando uno slittamento in basso per tutto il resto del personale universitario

Meno difficoltà sembra incontrare invece la Regione sul punto del riconoscimento giuridico della Cat. D degli universitari  dell’area socio-sanitaria attualmente inquadrati in Cat. C.

Le altre università (tra queste, Bologna è la più restia) dovranno aprire i tavoli di trattativa, in quanto il documento sottoscritto a Parma ancora rimane relegato appunto al solo ateneo parmense e senza l’accettazione da parte della Regione non verrà applicato, salvo uno scontro istituzionale tra ateneo Parmense e Regione.

La Regione nel frattempo si è impegnata a convocare tutte le sigle sindacali (RdB compresa) intorno alla metà di settembre.

Non è ancora detto quindi che il documento tecnico di Parma venga accettato così com’è. Anzi!

A questo punto non ci resta che difenderlo in tutti gli atenei con tutta la forza possibile in modo tale da raggiungere, prima dell’applicazione del contratto nazionale, alcuni punti fermi qualificati: EP nell’area dirigenza e riconoscimento giuridico dei socio-sanitari nella categoria D.