L’accoglienza degli studenti palestinesi, per la Ministra Bernini una buona occasione per passerelle elettorali.
USB denuncia con fermezza l’uso improprio delle istituzioni universitarie a fini di propaganda da parte della Ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, in visita a Siena il 7 ottobre
Dopo aver partecipato all'incontro al Rettorato, per accogliere "sei degli otto tra studentesse e studenti provenienti da Gaza, che proseguiranno gli studi all’Università di Siena" la Ministra ha infatti chiuso un evento elettorale del proprio partito, confermando una pratica ormai abituale tra i membri di questo governo: far coincidere appuntamenti istituzionali con iniziative di campagna elettorale.
Il dubbio che la presenza della Ministra a Siena fosse motivata più dall’impegno politico che dall’accoglienza delle studentesse e degli studenti provenienti da Gaza – inizialmente prevista per il 6 ottobre e guarda caso poi spostata al 7 per farla coincidere con l’appuntamento elettorale – è forte e legittimo. È inaccettabile che un atto dovuto di solidarietà e cooperazione accademica venga strumentalizzato per effettuare una passerella di partito.
A testimoniare ulteriormente la distanza tra la retorica della Ministra e la realtà dei fatti va ricordato che, nel 2025, l’Università di Siena non ha potuto stanziare alcuna risorsa per accogliere nuove studentesse e nuovi studenti palestinesi, a causa della mancanza di fondi derivante dai tagli imposti dal Ministero guidato dalla stessa Bernini, che hanno colpito anche le attività di cooperazione internazionale e di sostegno al diritto allo studio. Un paradosso che smaschera la distanza tra le parole e i fatti.
La vicenda è diventata ancora più grave quando nelle ore successive alla visita la Ministra ha diffuso sui propri canali social due video costruiti con modalità comunicative sensazionalistiche e distorsive, che criminalizzano il dissenso e tentano di legittimare un potere politico che, negli stessi anni in cui gli studenti manifestano per la fine del massacro a Gaza, ha firmato accordi militari e forniture d’armi a uno Stato responsabile di un genocidio.
Un linguaggio e un approccio che nulla hanno a che vedere con la sobrietà e il rigore che dovrebbero accompagnare l’esercizio di una funzione pubblica.
Le istituzioni appartengono a tutte e a tutti, non a un governo né a una forza politica. Confondere la funzione pubblica con la propaganda mina la credibilità dello Stato e svilisce il lavoro di chi, nelle università, serve la conoscenza con serietà e dedizione.
USB PI Università ribadisce che l’università deve restare un luogo autonomo, libero e critico, non una cornice per la promozione personale o di partito.
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