Licenziato dall’Università di Torino per una manifestazione No Tav, il giudice del lavoro annulla il provvedimento
Lo dicevamo quasi un anno fa, il 31 maggio 2019 (https://universita.usb.it/leggi-notizia/pier-paolo-deve-tornare-a-lavorare.html) chiedendo all’Università degli Studi di Torino il ritiro in autotutela del licenziamento del collega PierPaolo Pittavino, disposto in applicazione dell’art.13 comma 9 del CCNL, perché condannato in primo grado per un reato compiuto fuori dall’ambito lavorativo (manifestazione NO TAV), dopo essere stato sottoposto per mesi a sospensione cautelare.
Ora, sempre in attesa della sentenza in appello sul presunto reato, il Tribunale del Lavoro di Torino ha stabilito che il licenziamento sia stato sproporzionato, disponendone l’annullamento , in cambio della rinuncia di PierPaolo a sei mesi di retribuzione, penalizzazione già effettuata nel precedente periodo di sospensione subito.
È un importante riconoscimento al collega PierPaolo, apprezzato operatore informatico in ateneo, ma è soprattutto un monito per zelanti dirigenti pubblici che come ha fatto la D.G. dell’Unito, vogliono dare prove di efficientismo applicando al peggio clausole di un CCNL che criminalizza i lavoratori.
USB in vista del rinnovo contrattuale si impegnerà anche a far cancellare tutte queste clausole, invitando a fare altrettanto alle organizzazioni sindacali che hanno firmato un CCNL peggiorativo, imposto ai fini elettorali alla vigilia delle elezioni nazionali del 2018, dopo nove anni dalla sua scadenza.
Il personale T.a.b. dell’università ha diritto a un rinnovo contrattuale dignitoso
Torino,02.03.2020
USB P.I. Università - Regione Piemonte