No all’accademia militare: nessun corso né a Bologna né altrove! Studenti, lavoratori e docenti rifiutano l’elmetto: noi non ci arruoliamo
L’accordo bocciato da studenti, docenti e lavoratori del Dipartimento di Filosofia dell’Università di Bologna si deve fare: questa la linea secca del Governo e della Ministra Bernini dopo la vittoria il mese passato della mobilitazione di studenti insieme a docenti e personale TAB contro la proposta di creare un corso ad hoc ed esclusivo per 15 cadetti dell’Accademia militare di Modena, che ha poi scatenato l'ira mediatica del Governo.
Non più di un mese fa, il Ministero dell’Istruzione annullava il corso per docenti dal titolo “4 novembre la scuola non si arruola” organizzato da Cestes-Proteo e Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università perché estraneo agli ambiti formativi riconducibili alle competenze professionali dei docenti.
Oggi, il Governo, mentre contempla l’ipotesi del ritorno della leva militare, impone dall’alto un corso di laurea (non aperto a tutti ma riservato agli allievi ufficiali) che dalle risultanze si discostava dalla didattica tradizionale virando su filosofia strategica e contemplando addirittura l'apprendimento di tecniche di persuasione.
È evidente che il Governo Meloni interpreta le istituzioni come una proprietà privata da utilizzare a proprio piacimento, spesso in modo improprio.
E così la Meloni definisce inaccettabile la decisione del dipartimento bolognese, dando il là alla Ministra Bernini che, in attesa di procedere ad una riforma degli atenei che elimina gli ultimi elementi democratici rimasti, minaccia con fare autoritario di cancellare una decisione legittimamente presa dalla comunità accademica tutta del Dipartimento di Filosofia dell’Unibo.
Se c’è già chi cede all’arroganza del Ministro e del Governo come il Rettore Molari, lavoratori e studenti dell’Università non sono disponibili ad indossare l’elmetto. Coerentemente con lo spirito delle mobilitazioni che hanno animato i mesi di settembre e ottobre e che hanno riempito nuovamente le piazze nello sciopero generale del 28 novembre e nella manifestazione nazionale del 29 novembre a Roma non possiamo che rispondere a tono: se ci vogliono mettere l’elmetto, gettiamolo a terra da Bologna a Modena e in tutta Italia.
La saldatura della lotta di docenti, studenti e lavoratori uniti, costruita in questi anni di mobilitazione, ha prodotto importanti vittorie e avanzamenti sul piano del boicottaggio accademico (proprio come quella della bocciatura di tale corso) e ha fatto breccia in un modello universitario completamente indirizzato verso gli interessi di una classe dirigente guerrafondaia e complice del genocidio in Palestina: in questo senso l’alleanza e la mobilitazione devono proseguire contro i processi di militarizzazione degli atenei e il rilancio delle politiche di riarmo da parte del Governo Meloni sull’onda delle imposizioni della NATO e dell’UE.
Nello scontro che si sta producendo ci sono in gioco la democrazia negli atenei, il ruolo e la funzione dell’Università, l’autonomia delle istituzioni rispetto ai diktat governativi e, più in generale, la deriva bellica sempre più netta che sta prendendo il nostro Paese.
MOBILITARSI è UN DOVERE!
PRESIDI 3 DICEMBRE | ORE 11:00
- UNIVERSITÀ DI BOLOGNA - RETTORATO, VIA ZAMBONI 33
- UNIVERSITÀ DI MODENA – BIBLIOTECA SCIENITIFICA INTERDIPARTIMENTALE, VIA GIUSEPPE CAMPI 213/C
- ROMA - MINISTERO DELL’UNIVERSITÀ E RICERCA
CONVEGNO NAZIONALE 17 DICEMBRE a ROMA: LA RICERCA RIFIUTA L’ELMETTO
USB Pubblico Impiego – Università
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