PRECARI A GENOVA: RdB SCRIVE AL RETTORE

Genova -

Magnifico Rettore,

con la presente è nostra intenzione rappresentarLe la preoccupante situazione che riguarda i lavoratori non strutturati dell’Università degli studi di Genova, perché Ella possa, in qualità di organo esponenziale anche della componente tecnico amministrativa dell’Ateneo, farsi portatore delle nostre richieste presso gli organi centrali.

L’avvio delle procedure di stabilizzazione è a nostro avviso viziato da due fattori fondamentali:

·         Il bando presenta all’art.2, c. 2 una regola illegittima, ove recita:  Non concorrono alla determinazione del servizio svolto i periodi non utili ai fini di carriera secondo le norme vigenti nonché i periodi lavorativi riferiti ad esigenze straordinarie, a sostituzioni di personale assente per maternità o malattia o comunque non riconducibili ad esigenze permanenti.

·         Non risponde all’esigenza di limitare l’utilizzo del lavoro atipico e precario.

Riguardo al primo punto si ricorda che il CPO di questo Ateneo ha con nota del 17/1/2008 definito discriminatoria la succitata norma. Le ragioni di tale affermazione si rinvengono da un lato nella mancanza di una qualsiasi prescrizione di legge che consenta all’Amministrazione di operare un discrimen basato sulle motivazioni che hanno consentito il ricorso alla stipula del contratto a termine (tecniche, organizzative, produttive, sostitutive). Dall’altro nella difficoltà di operare una precisa ricognizione di tutte le situazioni, soprattutto quando concorrono alla realizzazione dei requisiti anche i periodi svolti in altri enti. L’affermazione per cui, sulla base di una libera interpretazione della direttiva della Funzione Pubblica n. 7/07, concorrerebbero a determinare i requisiti temporali previsti per la stabilizzazione solo i periodi non riferibili ad eventi straordinari è priva di pregio, perché se tale interpretazione fosse condivisa, avrebbe valore novativo od integrativo della fonte legislativa (visto anche il disposto di cui all’art.6, c.2 l.n. 168/89).

Auspichiamo in questo caso l’immediata emissione di un ulteriore bando che eviti il protrarsi della discriminazione in atto e gli eventuali contenziosi ai quali la stessa può portare.

Riguardo al secondo punto, la situazione è più articolata. Nell’Ateneo lavorano centinaia di persone “non strutturate”, appaltati, co.co.co., somministrati e precari che non rientrano nei requisiti di stabilizzazione perché l’Ateneo li ha impiegati, per propria convenienza, utilizzando diverse tipologie contrattuali per la medesima mansione.

Per alcuni è già intervenuta la finanziaria 2008 prevedendo l’apertura di tavoli per l’avvio della stabilizzazione oppure consentendo riserve o maggiorazioni di punteggio relativamente a procedure concorsuali per posti a tempo indeterminato. Inoltre, evidenziamo come i novellati artt. 7, c.6 e 36, c.1 del d.lgs. n. 165/2001, possano creare una seria difficoltà nel rinnovo dei contratti, rispettivamente co.co.co., per i quali non vi è limite di tempo ma è richiesta la specializzazione universitaria, e a tempo determinato (e somministrati) perché il limite temporale di tre mesi non rinnovabili è cogente.

RdB crede che sia importante mettere subito in campo una vasta opera di ricognizione di tutte le situazioni in essere al fine di predisporre un adeguato numero di procedure concorsuali, nonché un’ampia revisione del regolamento di assunzione del personale, che tenga adeguatamente conto del lavoro prestato, a diverso titolo, per l’Ateneo. L’operazione peraltro non dovrebbe comportare costi importanti, poiché la stabilizzazione avverrebbe per posizioni lavorative già attualmente coperte con altra tipologia contrattuale (si potrebbe procedere ad un finanziamento diretto delle strutture interessate, come già avviene per l’attuale procedura).

La pianificazione del reclutamento per la scomparsa di tutte le forme surrogatorie e sostitutive del lavoro a tempo indeterminato è una necessità ribadita negli ultimi tempi in ogni atto legislativo o contrattuale relativo alle risorse umane, dalle ultime due leggi finanziarie, all’Intesa Governo-OO.SS., anche relativamente all’azione a sostegno della conoscenza, nonché al CCI vigente nel nostro Ateneo, e siamo certi che l’Amministrazione universitaria comprenderà la priorità dell’argomento adottando le richieste misure.