Rinnovo Contratto Nazionale: Brunetta e Draghi SI SONO DIMENTICATI DELL’UNIVERSITA’ !
All’ARAN sono iniziate le trattative per il rinnovo del contratto nazionale 2019/21 dei comparti del Pubblico Impiego, come è prassi ormai, alla vigilia della loro scadenza (31/12/2021).
Ma si sono dimenticati dell’UNIVERSITA’ che fa parte del “COMPARTONE” con Ricerca, Scuola e AFAM.
Difatti è l’unico contratto che non parte!
Forse si sono resi conto che è demenziale tentare di unificare in un contratto nazionale condizioni di lavoro così diverse tra loro, come quelle della Scuola e quelle dell’Università e della Ricerca.
Non per niente, il Personale Tecnico-Amministrativo e Bibliotecario dell’Università ha i salari più bassi tra i dipendenti del Pubblico Impiego, al contrario di quanto succede in Europa. Questo squilibrio non può essere sanato con le risorse insufficienti destinate dal MEF al rinnovo contrattuale. USB rivendica e si impegna a mettere a disposizione tutte le forze utili per un RINNOVO CONTRATTUALE VERO per il personale dell’Università, a cui dovrà essere riconosciuto il contributo dato per il funzionamento degli Atenei, al pari di quanto riconosciuto al personale docente universitario.
USB P.I. Università sostiene, pertanto, la lotta dei colleghi del Comparto Funzioni Centrali che, nell’ambito delle trattative aperte per il loro rinnovo contrattuale, USB ha chiamato allo SCIOPERO per l’intera giornata di oggi 26 novembre.
Per un contratto che fa da apripista a quello di tutti gli altri comparti, lo SCIOPERO di USB FUNZIONI CENTRALI, non può che avere obiettivi comuni a tutto il Pubblico Impiego.
USB rivendica un rinnovo contrattuale vero che:
- permetta un adeguamento salariale sufficiente a recuperare anni di tagli che hanno determinato salari ben al di sotto di quelli della media europea e con meccanismi non adeguati ad affrontare gli aumenti del costo della vita;
- abbandoni la proposta in corso della struttura della retribuzione che, attraverso i “differenziali stipendiali”, smantella la retribuzione tabellare acquisita. Una operazione che getta incertezza sulle dinamiche future di una gran parte della nostra retribuzione;
- svincoli il finanziamento economico delle Posizioni Organizzative e degli incarichi di responsabilità dal fondo del salario accessorio;
- dia la possibilità di progressioni di carriera legate unicamente a criteri oggettivi, abbandonando la falsa meritocrazia che maschera clientelismo e personalismi umilianti;
- permetta una programmazione del personale che fermi la precarizzazione dei lavoratori, fenomeno esplicitamente perseguito dal governo Draghi per attuare i progetti del PNRR;
- preveda una riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, individuando criteri certi nell’attuare forme di lavoro agile (Smart working e telelavoro) che consentano una reale conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, svincolando queste forme di lavoro da avulsi progetti individuali.
Roma, 26 novembre 2021 USB PI – Università