SALERNO: PEZZO DOPO PEZZO PRIVATIZZANO L'UNIVERSITA'
PEZZO DOPO PEZZO PRIVATIZZANO L’UNIVERSITA’
A Salerno come in tutti gli Atenei in cui sono state attivate le Fondazioni Universitarie, il processo di privatizzazione dell’Università si diffonde schiacciando ogni prospettiva di rilancio pubblico della formazione superiore e della ricerca.
La libertà “costituzionale” della didattica e della ricerca è messa fortemente in discussione dalla propaganda aziendalistica che pervade tutte le proposte di riforma che tacciono sui pezzi dell’Università italiana che giorno dopo giorno vengono stralciati dalle programmazioni, dalle gestioni e dai controlli pubblici.
La Fondazione è un ente di diritto privato: il personale di cui si dota non appartiene più al pubblico impiego.
A Salerno, dal gennaio 2009 sono entrati in servizio decine di lavoratori assunti da una società privata a cui la Fondazione ha appaltato il servizio delle guardianie e delle attività di vigilanza alle aule. Spariscono i custodi pubblici con la divisa dell’Università, sostituiti da vigilantes privati in divisa militare. Dopo la ristorazione, le pulizie, l’assistenza tecnica e i servizi di stampa (etc…) , oggi, vengono discusse nelle Facoltà attività di supporto alla didattica trasformando il lavoro precario pubblico in lavoro precario privato senza più nemmeno l’evidenza pubblica dei concorsi.
Il
processo brunettiano di repressione del precariato pubblico, nelle università, si traduce in una forte accelerazione della privatizzazione della gestione delle risorse e delle assunzioni dei lavoratori.
Il pericolo non è solo la discriminazione di classe per ceti sociali a cui sarà impedito l'accesso alla formazione superiore, c'è la totale estinzione dell'Università pubblica attraverso la trasformazione in Fondazione. La "Libertà" costituzionale della didattica e della ricerca di base soccombe al pericoloso processo di trasformazione aziendalistica che è in corso da tempo attraverso le esternalizzazioni dei servizi e delle attività istituzionali. Il personale tecnico amministrativo e quello docente sarà completamente asservito agli interessi del datore di lavoro privato. La riduzione salariale, la precarizzazione dei rapporti di lavoro, tengono già oggi in ostaggio generazioni altamente professionalizzate, destinate alla messa a produzione definitiva dell'Università italiana al servizio del capitale e della nuova "governance accademica".
Le RdB CUB invitano tutti gli organi accademici, il Rettore, il CdA, il Senato, il Consiglio degli Studenti, i docenti, i ricercatori, il personale tecnico/amministrativo e tutti gli studenti a manifestare ed opporsi in massa alla trasformazione dell’Università Pubblica in Fondazione di diritto privato.