SIENA: DOPO LA REDAZIONE DELLO STATUTO UNISI SI VEDE UN NUOVO VOLTO DEL RETTORE

Siena -

DOPO LA REDAZIONE DELLO STATUTO UNISI SI VEDE UN NUOVO VOLTO DEL RETTORE

Nei mesi passati si è fatto un gran parlare di come la commissione per la modifica dello Statuto dell’’Università di Siena, prevista dall’art. 2 comma 5 della legge 240/2010, legge Gelmini, avesse fatto un buon lavoro, pur nella difficoltà e delicatezza del tema trattato; il confronto era stato costruttivo. Le componenti si sono confrontate e anzi forse alcuni docenti in quella sede hanno visto che gli studenti ed i tecnici e amministrativi non sono così sciocchi come si vorrebbe far credere, hanno idee da condividere e possono incidere positivamente.

In attesa dell’approvazione da parte del Ministero dello Statuto, tutti siamo coscienti che ora si debba iniziare a discutere dei regolamenti che dal testo discendono: regolamento elettorale, delle strutture scientifiche, didattico e infine di amministrazione e contabilità. Questi regolamenti sono la base per poter applicare quanto previsto dallo Statuto nel momento in cui arriverà la definitiva approvazione ministeriale. L’approvazione dello Statuto deve arrivare entro 120 giorni dalla spedizione, e voci insistenti dicono che Rettore e Direttrice Amministrativa già sappiano quali siano i rilievi avanzati dal Ministero.

Va ricordato che la legge Gelmini prevedeva l’obbligo per gli Atenei di nominare una commissione per la modifica dello Statuto definita nella sua composizione, formata da studenti, tecnici e amministrativi e docenti. Nulla viene detto, invece, su come si debba agire per la scrittura dei regolamenti sopra elencati. Molti avranno pensato che, visto il risultato della commissione Statuto, il Rettore intendesse adottare lo stesso metodo partecipativo.

Sarebbe la cosa più ovvia in una comunità che si voglia reputare matura. Per dirla tutta, non solo si dovrebbe pensare di fare delle commissioni per la stesura di ogni regolamento, ma anche di allargare la loro composizione a tutte le componenti. Facciamo l’esempio del regolamento elettorale che disciplina le elezioni per tutte le cariche accademiche e per tutte le rappresentanze che entrano negli organi di governo, organi di controllo e nei consigli di dipartimento.

Il Rettore ha pensato bene invece di mettere giù la maschera della condivisione e della trasparenza, e mostrare il suo nuovo volto. Ha nominato dei docenti di sua fiducia senza coinvolgere la comunità universitaria, senza neppure chiedere il parere del Consiglio di Amministrazione e del Senato Accademico, anzi non li ha nemmeno informati. In CdA l’argomento è stato trattato solo perché un rappresentante del personale tecnico e amministrativo ha presentato una interrogazione.

La riforma Gelmini che ha rafforzato oltre misura la figura del Rettore piace molto al nostro Magnifico che ha subito messo in pratica ciò che gli viene concesso dalla legge. L’autonomia non va però intesa in modo autoritario. Il Rettore non è garante di se stesso e dei suoi ma lo deve essere per tutta la comunità universitaria.

Forse il Rettore ha avuto timore di vedere ripetere l’esperienza della commissione Statuto quando in molte votazioni c’era stata una comunità d’intenti tra le diverse componenti della commissione. Intenti volti, per il Rettore, in una direzione troppo avanzata. Meglio allora tenere separate le componenti della comunità universitaria e imporre il vecchio metodo dell’esclusione, dando solo ad alcuni docenti “allineati” la possibilità di decidere.

Chiediamo che tutta la comunità universitaria sia informata sull’iter di approvazione dello Statuto e di come verranno discussi i rilievi avanzati dal Ministero.

Chiediamo un percorso trasparente di redazione dei regolamenti d’Ateneo attraverso la nomina di commissioni formate da tutte le componenti della comunità universitaria.