SIENA: LE SEDIE
LE SEDIE
All’università di Siena, si sa, siamo fantasiosi.
Nuovo Direttore Amministrativo, nuove idee in fatto di organizzazione.
Ormai siamo abituati a sorprese di ogni genere, tuttavia mai abbiamo assistito ad una tale mancanza di chiarezza del progetto generale né ad un simile atteggiamento arrogante caratterizzato da accuse gratuite di presunte inadempienze e incapacità passate, minacce di ordini di servizio, ecc.
Per cercare di spiegarvi cosa avverrà a breve nel nostro Ateneo, questa volta, useremo toni più leggeri del solito, perché vogliamo alleviare le tensioni cui tutti noi siamo ormai da troppo tempo sottoposti e soprattutto vogliamo risollevare l’umore appesantito dalle ultime decisioni assunte dai vertici dell’Ateneo.
Ecco una nostra interpretazione scherzosa dell’ultima trovata, in fatto di organizzazione del lavoro, che l’Amministrazione è in procinto di realizzare.
A breve verrà istituito ufficialmente il “gioco delle sedie” per scegliere chi dovrà andare a ricoprire un posto vacante in un ufficio o in una struttura. E’ un gioco antico e ben noto a tutti: la musica suona e quando smette, chi resta in piedi esce dal gioco. Le varianti possono essere molteplici e, qui a Siena, si pensa già di proporre quella dell’ordine di servizio: interrotta la musica chi rimarrà in piedi deve piegarsi alla destinazione assegnatagli dal Direttore Amministrativo e se rifiuta parte l’ordine di servizio e viene trasferito nell’ufficio.
Ci sono poi diverse categorie di gioco che prevedono accesso limitato e regole particolari.
Categoria EP: unico caso in cui vi sono più sedie che giocatori e dove potrà capitare che ne venga aggiunta un’altra ancora per rendere il gioco più gratificante. Quando la musica cessa non basta sedersi ma occorre sdraiarsi per occupare più sedie possibili (i giocatori di alta statura sono favoriti!).
Categoria segretari amministrativi: in questo caso vi sono più giocatori che sedie e la lotta si fa dura. E’ previsto persino l’intervento di qualche EP in qualità di arbitro (uno ogni x segretari) allo scopo di “coordinare” eventuali sgambetti e trucchi che potranno verificarsi.
Categoria bibliotecari: il gioco si arricchisce di un’ulteriore variante perché si gioca su turni. In questo modo si crea la finta illusione di poter vincere più facilmente perché nei turni pomeridiani e serali i partecipanti sono in numero minore. In verità però questa variante prevede che vince chi rimane senza sedia mentre chi si siede viene obbligato a “giocare” sempre nei turni più disagiati e con sempre meno colleghi … insomma perde sempre!
Vista la consistenza della categoria B-C-D è stata prevista la divisione della stessa in due sotto-categorie omogenee.
Categoria B-C-D afferenti ai dipartimenti: in questo caso non sono i giocatori che si muovono, ma i direttori di dipartimento che spostano le sedie e decidono chi esce da gioco.
Categoria B-C-D dell’amministrazione centrale: in questo caso le danze saranno dirette dagli EP, d’intesa con il Direttore d’orchestra. Gli EP, ai quali per altro non si richiede di avere competenze specifiche se non di saper coordinare, sposteranno interi gruppi di colleghi.
Categoria CEL: l’esistenza stessa di questa categoria è messa in discussione da parte dell’Amministrazione centrale, sembra a causa dell’alto grado di autonomia organizzativa dimostrata dai CEL. L’amministrazione ha tentato di vietare che si svolga il gioco fra di loro, prima tagliando una gamba da ogni sedia, poi togliendo la musica. I CEL non possono perdere ne vincere, sono stati di fatto esclusi.
Pensavamo di aver assistito a tutto ormai, ma all’Ateneo senese evidentemente la realtà ormai supera la fantasia: Miccolis è un ricordo quasi burlesco, Barretta un intermezzo semiserio e immobile, e adesso al potere è arrivata la fantasia.
Non possiamo accettare l’idea che per realizzare un grande cambiamento ci vuole il tempo che ci vuole, pretendiamo la condivisione di un progetto di rilancio dell’organizzazione, subito, chiaro e trasparente.
Un approccio manageriale che miri solo a ottenere risultati soddisfacenti nell’immediato può risultare addirittura dannoso per l’organizzazione a medio/lungo termine. Speriamo che questo non sia l’intento dei nostri nuovi vertici.
I toni minacciosi li rispediamo al mittente, state sbagliando metodo e aggraverete solo di più la situazione.