SIENA: SACRIFICI ? DOVRANNO RIGUARDARE TUTTI ...
23 ottobre 2008 - La Nazione
Siena. SACRIFICI? Se proprio saranno necessari dovranno riguardare tutti...
Siena - «SACRIFICI? Se proprio saranno necessari dovranno riguardare tutti. E poi, sia chiaro, che non siamo troppi all’università». E’ Silvio Pucci di Cisapuni a rompere il ghiaccio in un’aula magna desolatamente gelida e silenziosa. Poco gremita dai dipendenti nonostante la fase delicatissima. «Perché non c’è ancora chiarezza e siamo in una condizione interlocutoria», spiega l’Rsu. Lo legge invece come «mancanza di fiducia e rappresentatività delle sigle» Costa dell’Rdb. Eppure qualche messaggio tosto emerge dalla due ore a cui la Uil annuncia di non partecipare. A partire dalla consapevolezza che saranno lacrime e sangue a causa «di una cattiva amministrazione» dove a pagare, nel caso, non dovrà essere solo il personale tecnico-amministrativo in caso di riduzione della spesa. Sì alla diminuzione di eventuali sprechi, garanzia assoluta degli stipendi e no a licenziamenti diretti e indiretti, spiega il segretario provinciale della Cgil Claudio Vigni. Che possono riguardare, cioè, anche gli addetti delle cooperative che si occupano di servizi importanti. Perché, è riecheggiato più volte nel corso dell’assemblea, nei corridoi del rettorato si sussurra che possano essere dimezzati gli appalti a partire da gennaio. Di più. Che addirittura si intenda mettere in mobilità quanti sono stati stabilizzati in base ai recenti accordi. «Fatto che — interviene Dino Angelaccio della Cgil — è tecnicamente improponibile». Fra i timori quelli di forbiciate agli assegni di ricerca e di un ridimensionamento dei professori a contratto. L’input è univoco: non si può agire sempre sui più deboli. Tutti consapevoli ormai che di una medicina c’è bisogno, «resta casomai da vedere quali effetti provocherà l’assunzione». A CONFERMA DELLA «PAX» uscita dal tavolo interistituzionale di lunedì il segretario della Cgil ha invitato a trovare soluzioni senza fare polemica, dicendo alle sigle rimaste fuori proprio da quel tavolo che se la Provincia li chiamerà lui è d’accordo ad agire con loro. «L’ostilità alla vendita di un pezzo della gioielleria dell’Università derivava dal fatto che serviva un piano vero affinché non fosse una soluzione transitoria. Se ci si vuole disfare del patrimonio se ne parla e deve essere finalizzato ad un obiettivo più ampio», ha chiarito sposando la proposta del sindaco Maurizio Cenni di un accordo di programma come quello raggiunto per ammodernare la nostra sanità.(La.Valde.)