SIENA: SALDI NELLA POSIZIONE, MOBILITATI NELL'AZIONE

Siena -

Il 2011 inizia con un vero e proprio attacco frontale contro la dignità del lavoro in Italia.

I gravi avvenimenti di Torino  non ci devono indurre a credere che lo scontro  fra interessi padronali e delle lavoratrici/lavoratori riguardi solo il lavoro privato. Le “riforme” Brunetta hanno attaccato pesantemente anche i diritti ormai dati per acquisiti degli impiegati pubblici. La “riforma” Gelmini, poi, ci consegna un sistema universitario completamente stravolto.

La disastrosa situazione della nostra università, sicuramente acuita dagli interventi del governo nazionale, nasce tuttavia da logiche tutte locali di un uso illegittimo dell’autonomia universitaria.

Non permettiamo che l’attenzione venga sviata dal vero problema: la mancanza di chiarezza sulle responsabilità penali e la mancanza di un’ iniziativa trasparente di risanamento. E’ impossibile negare che  i poteri locali, interni ed esterni, fino ad oggi, hanno gestito l’Ateneo spolpandolo e
portandolo verso una stagnazione sempre più grave.

Hanno due nature diverse i problemi che siamo chiamati ad affrontare con urgenza.

Da una parte la difesa del salario accessorio, in tutta la sua integrità, a tutela dello stipendio mensile già gramo di per sé. Se non vogliamo che il nostro ruolo e la partecipazione del personale alla tutela dei propri diritti vengano annichiliti, il ricorso alle vie legali dovrà rappresentare solo uno dei punti nell’elenco di interventi a cui le OO.SS. dovranno dare attuazione. L’insufficienza del solo ricorso al giudice del lavoro, infatti, è testimoniata dai tempi lunghi delle sentenze e dal contenuto delle
sentenze, come quella dei CEL che solo una ripresa forte della trattativa può realmente difendere. Per questa ragione, pur aderendo alla diffida presentata dalla UIL nei giorni scorsi, intendiamo portare avanti anche altre iniziative. La nuova amministrazione continua a delegittimare il tavolo della contrattazione con un comportamento grave di unilateralità.
Pretendiamo un calendario trasparente di sedute di contrattazione che dovranno svolgersi nel più breve tempo possibile.

Dall’altra dobbiamo far pesare il nostro intervento sull’applicazione dei primi adempimenti della “riforma” Gelmini a cui il Rettore dovrà dare corso (accorpamento dei dipartimenti e modifica definitiva dello Statuto). In nessun caso è previsto esplicitamente il coinvolgimento attivo del personale tecnico amministrativo. In molti Atenei è già evidente il tentativo di escluderci.
Pretendiamo il coinvolgimento vero di tutte le componenti della comunità universitaria nel percorso di attuazione della riforma a livello locale.

La fretta dei nostri organi di governo e del Rettore di mostrarsi quali interlocutori validi agli occhi del Ministero rischia di generare scelte autoritarie e non conformi agli interessi dell’Ateneo tutto. La nuova organizzazione che scaturirà dall’accorpamento dei dipartimenti e dal trasferimento di competenze dal centro alla periferia, se gestita senza l’apporto del personale tecnico amministrativo può portare ad un depauperamento delle professionalità, e ad un disequilibrio nei carichi di lavoro.

Il nuovo piano di risanamento inciderà pesantemente sulle questioni sopra esposte, pertanto chiediamo di essere coinvolti nella stesura di esso.

L’unico modo per riconquistare il nostro futuro è ancora e sempre mobilitazione, lanciamo dunque il progetto di una nuova grande manifestazione che ricordi a tutti chi siamo, quanti siamo e cosa vogliamo.