SIENA:ANCHE IL RISANAMENTO LO DEVONO PAGARE I LAVORATORI ?

Siena -

Venerdì 7 novembre la comunità universitaria presidia e occupa simbolicamente il Consiglio di Amministrazione dell’Università di Siena.

La scelta di effettuare un presidio durante i lavori del CdA è maturata nel primissimo pomeriggio quando si è avuta conferma che in CdA si stavano discutendo una serie di misure di risparmio che andavano ad incidere in modo pesante sui lavoratori precari a tempo determinato di questo ateneo, sui lavoratori più ricattabili, quelli della cooperativa, e su coloro che non sono equiparati a niente, i ricercatori precari.

Il presidio ha funzionato bene perché è riuscito a ritardare la ripresa del CdA avviando un confronto

con il Rettore ed il Direttore Amministrativo, ma il CdA, dopo aver ripreso i lavori, ha disatteso le aspettative dei presenti. Con la delibera assunta vengono di fatto bloccate le stabilizzazioni del personale a tempo determinato perché se è vero che sono legate ad una copertura finanziaria è altresì vero che sono legate ad una volontà politica che il CdA a questo punto ha dimostrato di non avere più. La graduatoria che garantisce ai lavoratori la possibile stabilizzazione viene infatti bloccata insieme a tutte le altre procedure concorsuali, altra questione deliberata durante la seduta.

Oggi alle 13.00 incontro fra OO.SS e Rettore

Domani tavolo interistituzionale in Comune alle ore 9.00

Non accettiamo che la stabilizzazione venga messa in discussione;

Non accettiamo che i risparmi ricadano su coloro che sono più deboli nella comunità universitaria;

Non accettiamo che i tagli agli assegni di ricerca e alle borse di dottorato avvenga senza un confronto con chi con quelle borse sopravvive;

Chiediamo che tutte le questioni inerenti il personale T-A passino per il tavolo sindacale poi in CdA non accettiamo di dover discutere all’interno di un recinto già predeterminato;

Chiediamo che il Senato Accademico riconosca ai precari della ricerca e al personale tecnico una rappresentanza che permetta di discutere insieme i criteri per intervenire sulla ricerca;

Chiediamo che il tavolo interistituzionale prenda delle decisioni reali di sostegno all’ateneo riconoscendo il suo ruolo nel territorio.

11 novembre 2008 - La Nazione

Cgil e Cisl: «Il rettore accusa le istituzioni di volerlo strozzare»
L’INCONTRO FIDUCIA NEL «TAVOLO» ODIERNO. GLI ALTRI SINDACATI: «DISTORSIONE STRUMENTALE DEL RESOCONTO»

Siena - «DESIDERIAMO INFORMARVI circa il preoccupante incontro avvenuto alle 13 tra sindacato e Rettore sul piano di risanamento 2009-2012 proposto agli organi di governo dell’Università». Inizia così la nota molto dura di Flc-Cgil e Cisl-Università. «A poche ore dal delicatissimo incontro del tavolo interistituzionale di domani (oggi, ndr) alle 9 con Comune, Provincia, Regione, Banca Mps, Camera di Commercio, Università e sindacati, il Rettore ha sferrato un attacco senza precedenti al ruolo delle istituzioni locali e della Banca Mps, rei secondo lui, di ’strozzarlo per la gola’, negandogli soldi ed altre forme di aiuto e/o collaborazione. Siamo rimasti allibiti di fronte a tale comportamento che rischia di compromettere la funzione vitale del tavolo ed il ruolo prezioso e responsabile delle istituzioni e della banca nel costruire un percorso condiviso in grado di dare un futuro al nostro Ateneo». Proseguono: «La drammaticità del momento richiederebbe ben altri comportamenti e la capacità di promuovere sinergie e soluzioni piuttosto che conflitti e confusione. Al contrario del Rettore abbiamo grande fiducia nel tavolo con le istituzioni e siamo convinti che sia l’unico luogo ove discutere un piano di risanamento credibile che eviti di produrre, così come prevedono i tagli deliberati dall’ultimo cda, una «macelleria sociale». Il piano deve essere autorevole e condiviso per produrre effetti positivi sia in relazione agli interventi economici esterni all’Ateneo sia rispetto alla nuova identità che l’Università dovrà assumere con un progetto coraggioso e capace di guardare al futuro, valorizzando però il grande patrimonio di storia, di idee e di persone che lo hanno sempre caratterizzato. Ferma restando la responsabilità di chi ha gestito l’Ateneo in questi anni siamo convinti della necessità di un impegno da parte delle istituzioni e della Banca, nel rispetto delle loro possibilità e delle norme vigenti, affinchè si ottengano le giuste garanzie per un’adeguata copertura degli obblighi previsti dalla legge (pienezza degli stipendi) e per superare questa fase». «Pur essendo presenti non abbiamo ravvisato l’attacco del rettore alle istituzioni — scrivono Cisal, Cisapuni, Rdb Università e Ugl in una nota inviata alle 22,40. «Riteniamo che la distorsione del resoconto sia strumentale e volta ad alterare le eventuali risultanze del tavolo interistituzionale», dicono giudicando «grave» il fatto che la lettera di dimissioni della Di Benedetto «sia giunta a conoscenza dei lavoratori attraverso la Flc-Cgil come se la rappresentante in cda fosse di una sola sigla e non di tutto il personale tecnico-amministrativo». Di conseguenza si dissociano dalla nota di Cgil e Cisl «deprecandone il contenuto».