TOR VERGATA: LE MEZZE VERITA' CONFEDERALI
Le strumentali e comode “mezze” verità dei Confederali…
Nel lessico vetero-sindacale dei Confederali (di indigesto sapore ottocentesco) non esiste mai la possibilità di capire bene chi sia il “soggetto” degli strali lanciati come pietre ai quattro venti a mezzo di comunicati diffusi via e-mail. Infatti, tali accuse, opportunamente modellate per nascondere le proprie responsabilità, non servono comunque a farci capire il perché ci troviamo costretti a barcamenarci ogni mese con un salario dimezzato rispetto a quello tedesco. Ma è chiaro a tutti che, rispetto al problema del nostro reddito, CGIL, CISL, UIL e UGL sono parimenti responsabili. Sono loro i protagonisti indiscussi degli accordi sindacati/governo di questi ultimi anni. Accordi preoccupati solo del “contenimento dei salari” al fine di ridurre la spesa pubblica. Così come è innegabile il fatto che per tutti i Governi e i politici di palazzo (di qualsiasi colore essi siano) sono sempre loro gli unici interlocutori ritenuti degni di sedere al tavolo delle trattative escludendo tutti gli altri.
La “indignata” CGIL d’Ateneo si scopre ora improvvisamente “sindacato di lotta”. La vediamo protesa a difendere gli interessi del personale tecnico-amministrativo, ma sappiamo tutti bene come sia collocata realmente all’interno degli equilibri di potere dell’Ateneo; visto che può vantare di avere tra i suoi iscritti organici ben due presidi di facoltà ed altri numerosi influenti baroni, che ne condizionano pesantemente le scelte politiche e sindacali. Tuttavia di questi “vizi capitali”, dei piedi messi allegramente in due staffe differenti, non è esente nessuna delle sigle tra i Confederali, e adesso ne capirete anche il perché!
Nel dicembre 2010, lontano però da scadenze elettorali, quando ancora era forse possibile rimettere in discussione l’accordo a coso zero sulle Progressioni Economiche Orizzontali, abbiamo indicato dove si sarebbero potute facilmente reperire le risorse economiche necessarie a risolvere il problema PEO per tutti coloro che ne avevano maturato il diritto (
usb.uniroma2.it/index.php/archives/1259
). La CGIL, in questo caso in buona compagnia, ha praticamente boicottato l’iniziativa. Evitando di spendere una sola parola a sostegno della richiesta.Ci accusavano di populismo e di adottare pratiche strumentalmente “corporative” (sottacendo il fatto che la proposta chiedeva di destinare parte delle risorse a Biblioteche e Dottorati di Ricerca), solo perché si chiedeva – secondo un principio di ridistribuzione equa delle risorse – al Rettore, ai presidi di facoltà, ai direttori (di dipartimento e dei centri) e ai presidenti di corso di laurea di rinunciare alle loro indennità mensili per destinare quota parte di questa cifra a sostegno delle progressioni per i dipendenti.
Naturalmente, come sapete, la proposta è stata respinta! Senza che un docente (tra i quali molti influenti e interni alla CGIL) abbia mosso un solo dito per promuovere almeno una possibile ipotesi di mediazione; visto che nel dicembre dell’anno precedente (2009) si erano festosamente distribuiti ben 13 milioni € di arretrati, guarda caso con il plauso della CGIL.