UN ALTRO MONDO E’ POSSIBILE!

Le ultime settimane hanno mostrato una Italia che vuole far sentire tutto il proprio dissenso verso quello che accade nel mondo.

Roma -

La Unione Sindacale di Base (USB) ha assunto, da subito, una posizione molto netta e militante di denuncia del genocidio in Palestina, della sopraffazione di un popolo ridotto alla fame e privato persino delle cure mediche. Una posizione assolutamente coerente con i principi di USB legati strettamente alla lotta per i diritti sociali in Italia e nel mondo.

Con lo slogan “BLOCCHIAMO TUTTO”, USB ha proclamato per il 22 settembre uno Sciopero Generale Nazionale per dare VOCE alle tante realtà civili, primi fra tutti gli studenti, che volevano manifestare tutto il proprio sdegno verso il colonialismo israeliano e le politiche dei Governi europei.

Lo sciopero del 3 ottobre ha confermato lo spirito del 22 settembre con uno Sciopero sociale generale che ha visto confluire, in forma orizzontale e democratica, una pluralità di soggetti.

Uno sciopero sociale che ha unificato migliaia di persone con la voglia di opporsi all’operazione di distruzione del popolo palestinese, costruita in modo scientifico dal Governo israeliano e supportata dai paesi occidentali. Una determinazione talmente forte che per giorni sono continuati i presidi, i cortei, i dibattiti in piazza.

Un fermento popolare che è esploso ancora più forte con l’arrembaggio dell’IDF alle imbarcazioni della Flotilla e che, nello sciopero immediato del 3 ottobre, ha riempito le piazze e le strade di decine di città e si è poi trasferito ancor più compatto nella immensa manifestazione del 4 ottobre a Roma. 

Centinaia di migliaia di persone, in strada per giorni e giorni non sono solo un gesto di umanità e solidarietà verso il popolo palestinese, ma rappresentano una grande forza umana e popolare che ha preso coscienza e ha voluto urlare contro il massacro del popolo palestinese e contro tutti i crimini di guerra. Che vuole difendere quel principio che si chiama DIRITTO alla VITA, all’autodeterminazione dei popoli calpestato sotto gli occhi complici dei governi tutti.

Tutti i popoli hanno diritto alla PACE e una Democrazia, degna di questo nome, deve garantirlo con il rispetto delle leggi nazionali ed internazionali, senza doppi standard, applicandola SEMPRE, con rappresentanti istituzionali che dovrebbero pretendere che il DIRITTO valga SEMPRE e non “fino a un certo punto” come affermato da un ministro del nostro governo.

“Giù le armi su i salari”

È inaccettabile che ingenti risorse economiche siano destinate alla produzione di strumenti di morte, sottraendole così al Diritto alla salute, alla casa, all’istruzione, alla cultura, alla salvaguardia dell’ambiente.

Per questo continueremo ad usare ogni mezzo disponibile affinché nelle nostre università termini ogni collaborazione con i produttori di morte e vengano ripristinate risorse per garantire il diritto allo studio per i giovani e il diritto ad un salario dignitoso per i lavoratori.

Come sosterremo l’obiezione di coscienza dei lavoratori e lavoratrici che rivendicano il diritto a non voler collaborare ad attività in contrasto con i valori di pace e di convivenza.                                

Il lavoro ripudia la guerra

USB PI – Università