UNIVERSITA' DI GENOVA: UN REFERENDUM (S)CONCERTANTE !
REFERENDUM (S)CONCERTANTE
45.000 assemblee per spiegare ai rappresentati che il protocollo sul welfare è nel loro interesse (a volte siamo proprio duri a capire...).
15 anni di accordi-bidone (la coerenza non si discute...).
71% i lavoratori italiani in attesa di rinnovo contrattuale (dato ISTAT).
50% in meno di scioperi proclamati nell'ultimo anno (ma state certi che qualche ora di sciopero vicino alle elezioni RSU ce la chiederanno, giusto per prendere qualche voto in più)
1993 CGIL-CISL-UIL aprono la lunga stagione degli accordi concertativi con il Protocollo sulla politica dei redditi. Noi ci lasciamo l'indicizzazione dei salari (scala mobile) per il sistema dei (non) rinnovi contrattuali. Da un lato si cerca di risanare i conti facendo pagare sempre i soliti, dall'altro si definiscono gli interventi a sostegno del sistema produttivo, ovvero di aiuti alle imprese, o, per meglio dire, agli imprenditori (sembra più di 70 miliardi di euro solo negli ultimi 7 anni).
1996 i confederali firmano l'Accordo per il lavoro. Nasce il lavoro interinale, e le altre forme di schiavitù istituzionalizzate dal pacchetto Treu, e muore la speranza di molti giovani di trovare un lavoro stabile.
2006 iniziano le colazioni, i pranzi e le cene tra gli illustri esponenti del Governo e l'intellighenzia sindacale di CGIL-CISL-UIL. Il momento culminante è la firma sul Memorandum, una ulteriore stretta che peserà sul nostro lavoro dai prossimi contratti (mobilità, valutazione, progressioni, contratti triennali, ecc.,ecc.).
5 euro in finanziaria per coprire l'indennità di vacanza contrattuale per il biennio 2008-2009, mentre le briciole del biennio 2006-2007 ancora le aspettiamo. D'altronde welfare vuol dire stato di benessere ed è risaputo che il benessere inizia dalla dieta!
7,3%, 4,5%, 5,6%, 3,4%, 2,8%, 2,4%, 9,0%, gli aumenti rispettivamente per Pane, pasta, frutta, latte, metano, elettricità, acqua. E sono solo alcuni esempi!
3 giorni per votare su cosa?
Il protocollo sul welfare affronta la grave questione salariale che viviamo?
Ci restituisce un salario dignitoso?
Abolisce gli effetti nefasti del pacchetto Treu o della sua naturale evoluzione, ovvero della cosiddetta legge Biagi?
Ci assicura una pensione sufficiente dopo una vita di lavoro? Ah no, per quella dovremmo lasciarci anche il TFR, e senza garanzie!
Il sostegno dei governi per certi sindacati viene pagato con le politiche concertative che conosciamo:
TRA CASTE CI SI INTENDE!
Più che abbracciare le ragioni del no, nel merito dell'accordo ben fondate, penso che non andrò a votare, e non perché, come dice Cremaschi del Comitato Direttivo della CGIL (!!), l'organizzazione del referendum pone validi dubbi circa la credibilità del risultato, ma perché votare vuol dire legittimare una pratica sindacale, la concertazione, che ha prodotto molti più danni che benefici.